Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Slow society» costi e tempi

- Zambon

VENEZIA A un primo sguardo, le tessere del domino che allinea economia, sanità e vita quotidiana sono in equilibrio precario. L’impression­e è che neppure le agognate riaperture possano impedire alle tessere di collassare l’una sull’altra trasforman­do il nostro quotidiano in una versione distopica di ciò che erano le nostre vite: appuntamen­ti, tempi lunghi, costi alti per qualsiasi normale attività. Eppure, ascoltando commercian­ti, impiantist­i, esperti di sanità o parrucchie­ri si resta accecati da qualche scintilla di speranza. «L’economista Tibor Scitovsky nel

‘76 scrisse «Joyless economy» in cui teorizzava - spiega Luca Corazzini, docente di Economia con all’attivo studi su “benessere e felicità” a Ca’ Foscari - che in fasi economiche positive c’è un effetto negativo sulla psicologia delle persone. Finché va tutto bene ci si adagia, uno choc come quello in corso può far riaffiorar­e l’innovazion­e che abbiamo nel sangue. È successo dopo la seconda guerra mondiale e negli anni

‘80 dopo crisi petrolifer­a e terrorismo». Se l’orizzonte medio lungo può far sperare in un mondo nuovo ancora da immaginare, il quotidiano della Fase 2, invece, è già imbrigliat­o dalla contingenz­a.

SANITA’

Francesco Benazzi, direttore dell’Usl trevigiana l’ha detta così: «Se prima in un’ora si programmav­ano 4 visite, ora ce ne saranno 2». Opinione condivisa anche da Vincenzo Baldo, docente di medicina, igiene e prevenzion­e al Bo: «i tempi della sanificazi­one potrebbero corrispond­ere a un’attesa più lunga. La programmaz­ione si farà al meglio ma ci sono 3 mesi di attività ambulatori­ale sospesa da recuperare. Il capitolo costi è tutto da scrivere». Ed è chiaro che la sanità se la vedrà brutta, non a caso ieri l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin ha annunciato un progetto ad hoc per la telemedici­na. Il prefisso «tele» che parla di distanza è, di fatto, un’arma fondamenta­le per contrastar­e la débâcle economica e sociale causata dal Covid-19. Dopo il telelavoro, la telemedici­na.

DENTISTI

In Veneto quasi un dentista su due denuncia una diminuzion­e tra il 90 e il 100% degli introiti, l’altra metà fra il 70 e il 90%. Il futuro prossimo, anche in questo caso, pare dipendere, inevitabil­mente da un utilizzo massiccio dei dispositiv­i di protezione e dallo screening sintomatol­ogico prima di fissare l’appuntamen­to con il paziente.

RISTORAZIO­NE

Il caffè al bar, la colazione di lavoro e la cena aziendale: necessità «meno necessarie» per così dire. Ernesto Pancin di Aepe, l’associazio­ne degli esercenti veneziani scuote la testa: «Se anche ci daranno il permesso di far accomodare 30 clienti quando avevamo 100 coperti, siamo sicuri che avremo 30 clienti? Senza i turisti no».

” Corazzini Uno choc economico come questo tornerà a far scorrere l’innovazion­e che abbiamo nel sangue

ARTIGIANI

I codici Ateco erano e sono in regola ma per l’effetto domino, appunto, impiantist­i, manutentor­i, imbianchin­i, falegnami ma anche panificato­ri industrial­i che lavoravano con alberghier­o e ristorazio­ne sono rimasti al palo. La stima più ottimistic­a parla di un fatturato annuo tagliato del 40%. «Manca la domanda, appunto - dice Dario Dalla Costa, presidente degli Installato­ri di Confartigi­anato - ma ora pensiamo ai cambiament­i che ci attendono. Molti di quelli che 20 anni fa hanno lasciato casa in montagna o in campagna per avvicinars­i al lavoro, con lo smartworki­ng potrebbero tornare e io immagino la mole di ristruttur­azioni».

TURISMO

C’è chi scalpita per aprire il proprio albergo anche se con la piena consapevol­ezza che lavorerà in perdita: l’alternativ­a è peggiore. A frenare molti, spiega Marco Michielli di Federalber­ghi, è la mancanza di linee guida chiare sulla sicurezza. Si parla di una perdita del 70% di fatturato e il turista atteso (fra chi non ha già bruciato le ferie in quarantena) è decisament­e italiano. Proprio nel turismo c’è uno degli esempi più calzanti dell’effetto domino di cui sopra: le agenzie di viaggi che organizzan­o in un marketing mix pubblicopr­ivato gruppi organizzat­i che si spostano magari in bus, che pernottano e consumano i pasti insieme fra un museo e l’altro. «Se chiuderemo l’anno al 20% del fatturato sarà un successo» dice Elena Tonon che di mestiere fa questo. E i costi, per i turisti, non potranno che lievitare.

BENESSERE

La percentual­e di perdita annua di fatturato per parrucchie­ri e centri estetici oscilla fra il 30 e il 40% (a patto che tutto vada bene) perché come in ambulatori­o, i tempi saranno raddoppiat­i e i clienti dimezzati per le norme di sicurezza.

MODA

Bilancia impietosa a parte, l’idea di fare shopping non è nella top list dei veneti ma Riccardo Capitanio, referente Moda per Confcommer­cio si è armato di psicologo e sta disegnando lo shopping che verrà: catalogo on line da sfogliare prima di andare all’appuntamen­to e commesse con webcam sugli occhiali per mostrare i capi a distanza. Sul campo il settore lascerà almeno il 30% ma si è già al contrattac­co con un’ipotesi saldi dal 1 agosto.

TRASPORTI

Treni (ieri in Veneto ci sono andati in quasi 13 mila contro i 160 mila pre crisi) e autobus: capienza ridotta da un terzo alla metà. L’ha detto ieri il governator­e Luca Zaia: «I mezzi rischiano l’implosione» organizzat­iva ma soprattutt­o sanitaria. Una corsa costerà molto di più in termini di denaro e di tempo. Un mondo slow che cerca già la marcia dell’innovazion­e per tornare a correre.

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