Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Frey e il calcio in quarantena «Faccio il papà a tempo pieno»

- di Matteo Sorio

«Fin dall’inizio ho coinvolto Sophie ed Emilie negli esercizi. Anche quelli da palestra. Spesso per farle divertire le uso come pesi». Francese di Nizza, classe ‘84, al Chievo dal 2008 con una parentesi al Venezia, Nicolas Frey dice ch’è «la mia prima volta da papà a tempo pieno».

Roba inedita per un calciatore?

«Sempre fuori casa, in certi weekend anche fuori città. Sono gemelle, Emilie e Sophie, 7 anni a luglio. E ho scoperto che i bambini si stufano in fretta».

Quindi?

«Devi produrre idee a getto continuo».

L’ultima?

«Una specie di gioco dell’oca intorno a casa».

Gli allenament­i insieme?

«Ho provato a far scoprire il mio lavoro: a volte le metto vicine a me in salotto e cercano d’imitarmi negli addominali».

In cucina?

«Abbiamo fatto parecchie torte, cupcake, muffin, loro poi adorano decorarle».

Cinema da divano?

«Da “Frozen II” in giù, visto l’intero catalogo dei film per bambini».

Le hanno fatto domande?

«Mi hanno chiesto chi ha inventato il virus. Per non creare nella loro testa forme di razzismo ho risposto che arriva dalla natura».

Lei ce l’ha?

«Sotto controllo. Ho avuto un momento di difficoltà poco prima che si potesse tornare a uscire, giorni di pioggia e freddo, senso di reclusione. Ora, da giocatore, c’è lo stress di non sapere se il calcio riprende o no».

La famiglia a Nizza?

«L’altra “scoperta” sono le videochiam­ate. I miei stanno bene, anche Sebastien (il fratello, ex portiere di Verona e Inter, ndr)».

E il suo amore, Luana, mamma delle gemelline?

«È con noi, sta bene. Dovevamo sposarci a giugno, qui a Verona. Tutto rimandato al 2021».

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Nicolas Frey

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