Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Coronavirus, un focolaio alla clinica Villa Berica positivi al tampone dieci pazienti e sei operatori
I sindacati: lacune nella gestione dell’emergenza. La struttura: accuse infondate
VICENZA Un focolaio di Coronavirus anche a Villa Berica. Nella clinica privata di Vicenza il Covid-19 ha colpito dieci pazienti e sei operatori. Critici i sindacati Fp Cgil ed Fp Cisl: «Lacune nella gestione delle misure precauzionali». I vertici dell’azienda si difendono: «Nonostante tutte le procedure attuate si sono verificati alcuni casi. La reazione della struttura è stata immediata» dichiara l’ad Marco Dal Brun.
L’epidemia segna una fase di arresto in provincia, ma continua a mietere vittime. Ieri all’ospedale San Bortolo di Vistività cenza è deceduto un 60enne di Arzignano. All’ospedale di Asiago è mancato un 78enne asiaghese, mentre a Santorso è venuta a mancare una 86enne di Thiene. Sono ad oggi 2.786 i contagiati, nel Vicentino: cinque in più di ieri, di cui 3 nella Usl 7 e gli altri nella Usl 8. In tutto sono 1.369 i guariti (36 in più). Diminuiscono i ricoveri: 63 nella Usl 8 (quattro in meno) e 79 nella Usl 7 (uno in meno).
Intanto, a Vicenza nei giorni scorsi un focolaio del virus è stato scoperto anche a Villa Berica, struttura sanitaria privata.
Ad oggi 3 dei pazienti dei Villa Berica, su 10 colpiti dal Covid19, sono stati portati al San Bortolo per un aggravamento delle condizioni. Giulia Miglioranza, sindacalista della Cgil, e Federico Zanin, della Cisl, esprimono «preoccupazione e piena solidarietà ad operatori, pazienti e familiari. Non possiamo sottacere il clima di disagio e tensione tra gli operatori che si registra ormai da tempo nei reparti della struttura, anche a causa della sensazione che alcuni provvedimenti avrebbero potuto essere stati assunti con maggiore tempe
e determinazione: ben prima dello scoppio dell’emergenza».
L’amministratore delegato della casa di cura replica sottolineando che «fin dall’inizio dell’epidemia, Villa Berica ha sempre operato in totale coordinamento con l’Usl 8. In collaborazione con la Croce Rossa è stato realizzato un pre-triage esterno e tutti i pazienti ricoverati sono sottoposti a tampone preventivo. Siamo stati i primi a sottoporre tutti i dipendenti e collaboratori al protocollo di screening sierologico più tampone di conferma, con costi totalmente a nostro carico. La disponibilità dei dispositivi di protezione individuali è sempre stata garantita». In seguito allo svilupparsi, nonostante tutto, del focolaio «la reazione è stata immediata – conclude Dal Brun - chiusura in quarantena del reparto, richiesto di supporto specialistico all’unità di Malattie Infettive dell’Usl, effettuazione di tamponi sul 100 per cento del personale aziendale (dipendente e non) ed avvio del monitoraggio temporaneo con continui test».