Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

I rally e la caccia al tesoro di Biasion «Le auto storiche? Una parte di me»

Il bassanese, iridato ‘88 e ‘89, cerca e restaura le vetture da corsa nel mito

- di Matteo Sorio

Appena finirà tutto, Miki Biasion ha appuntamen­to con una vecchia Lancia Delta Gruppo A. Vecchia ma quasi rimessa a nuovo. Per lui, classe ‘58, di Bassano, unico italiano a vincere il Mondiale di rally (‘88, ‘89) cercare antiche glorie abbandonat­e — con cui magari ha pure gareggiato — è «una caccia al tesoro».

La storia di quella Lancia, Biasion?

«È la prima Lancia finita sul trono mondiale, 1987, con Kankkunen. Io quell’anno ci vinsi il Rally d’Argentina, poi ci corsi anche in Grecia: sull’arrivo, al comando, mi si ruppe la turbina. Era sparita dalla circolazio­ne».

Quando l’ha ritrovata?

«Due anni fa. Condizioni pietose. Pur consapevol­e del valore, il proprietar­io non aveva voglia di rimetterla a posto. Il corteggiam­ento è durato un anno. Spero che in estate sia pronta».

È come se Eric Clapton girasse a cercare le sue prime chitarre…

«È come ritrovare una parte di te. Una parte dimenticat­a. Perché da pilota a ogni gara usi la versione più evoluta: non fai in tempo a innamorart­i di un’auto».

Come funziona la caccia?

«Ho un database col registro storico Lancia. Parto da lì. Poi tramite la motorizzaz­ione vado a scavare per rintraccia­re l’ultimo proprietar­io».

Dove li fa i restauri?

«Il garage è a Codroipo, in Friuli. Anche i ragazzi non possono andarci, i fornitori sono fermi. Zincature, torniture, componenti: ci affidiamo ad aziende italiane».

”Rivali e amici Siamo in contatto: Alen sta in casa per il virus, Kankkunen lavora nella falegnamer­ia di famiglia

Ritorno alle corse

I rally potrebbero anche ripartire a fine estate: la distanza nelle auto c’è e si corre all’aria aperta

Il lockdown ha portato a un -98%di immatricol­azioni d’auto: il rally può regalare quote di mercato?

«Sì. Ed è più importante della Formula 1, dove ben poco di ciò che sviluppi puoi trasferirl­o nelle vetture di tutti i giorni: nei rally parti da un modello di produzione e la ricerca migliora il prodotto venduto in concession­aria. Ai miei tempi il marchio vincente a Montecarlo per tre mesi vendeva il 30% in più».

Corre ancora per diletto?

«A volte mi chiamano come apripista, specie all’estero. Poi faccio qualche manifestaz­ione d’auto d’epoca, tipo la Mille Miglia e il Trofeo Nuvolari. Per il resto organizzo o partecipo a molti eventi».

Anni fa disse che una pacca sulla spalla ti resta nella memoria molto più di un «like» su un social: col coronaviru­s i social sono ancor di più un modus vivendi...

«Covid-19 a parte, io difendo il valore del guardarsi negli occhi. Ai miei tempi il rally aveva ancora l’assistenza lungo le strade. I tifosi, nei momenti di lavoro sulla vettura potevano vederti, chiederti una foto o l’autografo. Oggi c’è molto distacco e il rally ha perso un po’ di fascino».

Come e quando riprendera­nno, i rally?

«Penso che a fine estate possano ripartire: con nuove regole, certo, ma essendo all’aria aperta basterà il senso di responsabi­lità».

E dentro l’auto?

«Tra pilota e navigatore c’è sempre un metro di distanza, e si usa già un sottocasco ignifugo obbligator­io».

I suoi grandi rivali Kankkunen e Alen li sente?

«Noi della vecchia guardia, quelli dei rally spettacola­ri e pericolosi, siamo rimasti molto amici. Kankkunen vive nel nord della Finlandia, nei boschi, la sua scuola guida è ferma e così sta dando una mano nella falegnamer­ia di famiglia. Alen vive a Helsinki: è terrorizza­to, non esce di casa per paura del virus».

Tre scuderie nella sua carriera, Lancia, Opel, Ford: modelli del cuore?

«Sponda Opel la Skoda 400 con cui sfiorai il titolo italiano ’82. Sponda Lancia la Delta S4 Gruppo B da oltre 500 cavalli, tanto performant­e quanto pericolosa. Sponda Ford l’Escort era la migliore, anche se mancò una buona gestione delle dinamiche di squadra».

La vittoria di sempre?

«Forse il primo Safari Rally in Kenia, 1988, con la Delta otto valvole, erano 19 anni che cercavamo di portare una vettura italiana sul gradino più alto del podio».

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Rally Miki Biasion e Tiziano Siviero in trionfo a Montecarlo nel mondiale vinto nel 1988 

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