Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pennacchi, l’appello «Torniamo in scena dal vivo all’aperto»

La proposta dell’attore padovano: «Spettacoli all’aperto, con il caldo. Guanti e mascherine come nel passato a Venezia. Porto l’attrezzatu­ra in un furgone»

- Barone

AAA. Idee cercasi per restituire il teatro agli artisti e agli spettatori nella ormai operativa «fase2». Le proposte si moltiplica­no perché se al mondo dello spettacolo e della cultura, tradiziona­lmente e non solo oggi, mancano i soldi, non manca certo la creatività. Perciò non stupisce che sul sito dell’Università di Padova compaia una lettera aperta di Andrea Pennacchi, il Poiana della trasmissio­ne televisiva «Propaganda live», per intenderci. L’attore padovano non si limita a fare un appello, ma va sul concreto nel prospettar­e soluzioni praticabil­i in tempi brevi.

«Per esempio – scrive - si può pensare ad andare in scena all’aperto, in estate, condizioni in cui il virus – a detta dei virologi – è meno pericoloso, ripristina­ndo un calendario “ateniese” che privilegi la stagione calda, finché i teatri esistenti non verranno resi adatti a sostenere una stagione invernale». Se nell’Atene del V secolo il festival più importante, le Grandi Dionisie, si svolgeva nello spazio del teatro creato alle falde dell’Acropoli, ai nostri giorni ogni Comune potrebbe attrezzare e mettere in sicurezza a disposizio­ne degli artisti uno spazio ad hoc, in ottemperan­za alle norme già elaborate dall’AGIS a partire da proposte di realtà locali come il Teatro Bresci di Padova e l’Accademia da Ponte di Vittorio Veneto (Treviso). «Dal canto nostro – specifica Pennacchi - in uno spazio simile, anche un semplice parcheggio, noi – Teatro Boxer e People – vorremmo proporre delle presentazi­oni “volanti” di libri: un furgone elettrico, con un equipaggio di “tamponati”, arriva in un’area già attrezzata, con ingresso e uscita separati e posti distanziat­i, verso cui sono già convenuti spettatori che avevano prenotato online, in mascherina e guanti – come nel ‘700 veneziano. Un narratore racconta la storia del libro, magari con l’aiuto di

un musicista seduto a due metri, poi si risale sul furgone sanificato e via, verso un’altra piazza».

L’appello pubblicato martedì ha già ricevuto risposte positive sia da parte del Comune di Padova, che delle Associazio­ni, e in particolar­e dai servizi di volontaria­to attivi in città. «Padova – continua l’attore - potrebbe diventare la piccola “capitale” di un movimento capace di coinvolger­e tutto il Veneto e affermarsi, perché no, anche a livello nazionale. Ci auguriamo che anche la Regione voglia contribuir­e a un piano che, sia pure a costi ridotti, sostituisc­a alle mancette caritatevo­li un finanziame­nto capace di farci riprendere l’attività. Potremmo così dar vita a una stagione estiva vivace, e protrarla magari fino a ottobre».

Se la «Netflix del teatro» è benvenuta e utile per superare l’emergenza, l’istanza che arriva forte dal mondo dello spettacolo è quella di poter tornare a fare spettacolo dal vivo, quello per cui attori e pubblico respirano insieme nello stesso spazio, e subito si confrontan­o come protagonis­ti di un modo di vivere più consapevol­e, meno spaventato. Ciò che non va dimenticat­o è, infatti, il valore e la funzione sociale di un’arte operativa da più di 2500 anni. È fattore di coesione, intratteni­mento, memoria ed educazione; ricordiamo i laboratori nelle scuole, il teatro in carcere, il teatro come coadiuvant­e nella cura delle malattie psichiatri­che. E, non ultimo, fonte di guadagno che dà da vivere a migliaia di persone.

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Pennacchi: sul sito dell’Università di Padova il suo appello
La Andrea lettera Pennacchi: sul sito dell’Università di Padova il suo appello

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