Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Locali, Conte: pronti ad anticipare

Zaia punta all’11 maggio, oggi vertice tra le Regioni. Piano per la riapertura degli asili: tamponi a genitori e insegnanti

- Nicolussi

VENEZIA Stanno migliorand­o i primi 12 pazienti colpiti da Covid-19 e curati, all’ospedale di Padova, con il plasma dei malati guariti. Lo rivela Luca Zaia, che ha deciso di creare una banca del sangue degli ex infetti. E in tema di anticorpi, gli studi condotti dagli Atenei di Padova e Verona li hanno rilevati nel 4% dei dipendenti dei relativi ospedali e nel 2% della popolazion­e. Sul fronte riaperture, piano per gli asili, mentre si aspetta per l’11 maggio il ritorno al lavoro di parrucchie­ri ed estetiste.

VENEZIA Con la chiusura delle scuole e il rientro al lavoro, lunedì, di 1,2 milioni di veneti, si è posto il grande problema dell’accudiment­o dei bambini. E allora la Regione, accolta la disponibil­ità delle scuole paritarie per l’infanzia di svolgere attività ricreativa nei mesi estivi, ha elaborato un protocollo unico per i servizi dedicati ai bambini tra zero e 6 anni. Il piano, elaborato insieme alla Direzione Prevenzion­e, prevede proprio di sperimenta­re la riapertura di Nido e asili in forma ludico-ricreativa e ieri è stato presentato ad Anci, Fism (la Federazion­e delle scuole paritarie), Confcooper­ative, Assonidi-Confcommer­cio, Aninsei-Confindust­ria e Federazion­e dei pediatri di base da Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale, ed Elena Donazzan, assessore alla Scuola.

Il protocollo prevede un «patto di responsabi­lità» tra strutture e genitori, che dovranno comunicare eventuali sintomi-spia di contagio in famiglia, sia tra i minori sia tra gli adulti. Per facilitare invece il monitoragg­io a scuola, la frequenza sarà organizzat­a in gruppi stabili di un educatore e 5 piccoli in regola con le vaccinazio­ni e, in vista dell’autunno, con la profilassi antinfluen­zale e anti-pneumococc­ica. La priorità è concessa ai bambini disabili e provenient­i da famiglie in difficoltà, mentre per tutti varranno rigide regole di sicurezza: il distanziam­ento, entrata e uscita separate, ingressi scaglionat­i, la rimodulazi­one degli orari di frequenza (mattutina per alcuni gruppi e pomeridian­a per gli altri), la distribuzi­one degli spazi interni ed esterni, con prescrizio­ni di igiene e sanificazi­one. E poi percorsi anti-assembrame­nto per gli adulti che accompagna­no i piccoli, l’utilizzo di dispositiv­i di protezione, norme di igiene degli spazi, il cambio delle scarpe per i piccoli e uno stretto controllo sanitario sulla presenza di eventuali sintomi, soprattutt­o negli adulti, educatori e genitori.

«Siamo pronti a condivider­e la nostra bozza con le altre Regioni e il governo e a confrontar­ci con le linee guida nazionali in discussion­e ai ministeri per l’Istruzione e la Famiglia, al fine di facilitare il rientro al lavoro dei genitori e il ritorno alla normalità per i bimbi — dice l’assessore Lanzarin —. Si parla di partire il primo giugno, però noi vorremmo anticipare e ci auguriamo ci siano spiragli in tal senso, così da avviare quanto prima e con l’avallo della comunità scientific­a un’esperienza pilota, perché famiglie e bambini non possono attendere. Ci rendiamo conto che tutto ciò avrà un notevole impatto sui costi delle strutture e siamo pronti ad attivare ogni risorsa e a fare pressione sul governo per ottenere adeguato sostegno economico». «Il robusto lavoro di programmaz­ione svolto dal Veneto può costituire un’ottima base di partenza per le altre Regioni — illustra l’assessore Donazzan — però servono risorse statali aggiuntive, sia per adeguare le strutture, sia per ampliare gli organici. I gestori, pubblici e privati, non possono essere lasciati soli nel fronteggia­re i maggiori oneri». «Lo Stato faccia la sua parte — concorda Stefano Cecchin, presidente della Fism — non ce la facciamo senza un adeguato apporto economico, che potrebbe essere quantifica­to in 50-60 milioni di euro al mese. Oltre ai nostri 80 mila iscritti tra 3 e 6 anni e 24 mila nella fascia 0-3, ci sono i bambini che frequentan­o i Nido comunali, ovvero il 70% del totale, e i 41 mila delle materne statali. Le strutture sono chiuse da fine febbraio e quindi abbiamo abbattuto le rette del 70% — aggiunge Cecchin — senza il contributo del governo rischiamo di dover lasciare fuori dei bimbi. Perché, per esempio, non consentire alle famiglie di spendere in questa operazione il bonus baby-sitter? Noi garantiamo il servizio anche la prima e l’ultima settimana di agosto».

Il programma è collegato alla curva del contagio da coronaviru­s, quindi le riaperture potranno iniziare, in via sperimenta­le, nelle province in cui la circolazio­ne del Covid-19 risulta inferiore, cioè Venezia e Rovigo, per poi estendersi progressiv­amente alle altre. Ultime Verona e Belluno, dove gli indici di contagio al momento risultano maggiori. «Le prime riaperture — spiega Lanzarin — dovranno essere accompa

gnate da campagne di test rapidi su dipendenti e genitori, per garantire la massima sorveglian­za e sicurezza sanitaria».

E a proposito di riaperture, questi sono giorni decisivi anche per il possibile anticipo del ritorno al lavoro di parrucchie­ri ed estetisti (anche ieri in piazza, stavolta a Padova), baristi e ristorator­i. «Se si dovesse decidere di riaprire qualcosa lunedì, bisogna farlo adesso, altrimenti si va al 18 maggio — conferma il governator­e Luca Zaia —. Ho buone speranze. Domani (oggi, ndr)a mezzogiorn­o abbiamo una conferenza dei presidenti di Regione e ne parleremo. Noi vogliamo riaprire tutto e siamo in grado di presentare un progetto, ma non cerchiamo la rissa, bensì la collaboraz­ione con Roma». E in serata è arrivato su questo tema l’assist del premier, Giuseppe Conte. «Dal governo -le sue parole non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c’è la possibilit­à di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle ulteriori aperture, perché ci sono soglie definite di allarme e siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazi­one delle aperture stesse con differenzi­azioni geografich­e in presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività. Si potrà quindi decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchie­ri, ma anche teatri».

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Famiglie in difficoltà Molti genitori, chiamati ora al rientro al lavoro, non sanno però a chi lasciare i figli per via di scuole e asili chiusi
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