Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Eco-bazooka fiscale per far ripartire l’edilizia»

Il sottosegre­tario Fraccaro spiega il provvedime­nto dell’esecutivo. E sulle riaperture dice: «No a strappi istituzion­ali»

- Pigozzo

TREVISO Il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, spiega il bazooka fiscale del governo per rilanciare l’edilizia. «Questo è un superbonus. Per far ripartire l’edilizia green abbiamo previsto crediti di imposta fini al 110% che potranno interessar­e tutte le famiglie venete».

TREVISO «Non chiamatelo bonus. Questo è un superbonus che va oltre ogni limite precedente. Per far ripartire l’edilizia green abbiamo previsto crediti di imposta che arrivano al 110% e che potranno interessar­e tutte le famiglie venete». Riccardo Fraccaro, sottosegre­tario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da mesi lavorava in silenzio al bazooka economico per rilanciare le costruzion­i.

L’esponente del Movimento 5 Stelle, originario di Riese Pio X, nel Trevigiano, annuncia un provvedime­nto destinato a cambiare il modello di edilizia per abitazioni private, case popolari e spazi di proprietà del terzo settore in ottica green.

Il Veneto sarà in prima linea, come peraltro lo è già nel business ecososteni­bile. Infatti, con 42.963 imprese la nostra regione è al secondo posto in Italia per numero assoluto di imprese che hanno investito o investiran­no quest’anno in tecnologie e prodotti verdi, ben cinque delle sue provincie sono nelle prime venti posizioni a livello nazionale per numero di imprese che effettuano eco-investimen­ti.

Sottosegre­tario, da che esigenze nasce questa nuova norma?

«Il boom economico del dopoguerra si è sviluppato grazie ad export ed edilizia. Le esportazio­ni vanno sicurament­e sostenute. Ma per la domanda interna è necessario riattivare la filiera dell’edilizia, che ha un effetto molticiò plicativo importante. Considerat­o che non è possibile costruire ancora, sarà necessario valorizzar­e il nostro patrimonio edilizio, ad oggi inefficien­te. Per questo abbiamo previsto il superbonus del 110% per interventi di efficienta­mento energetico e messa in sicurezza antisismic­a».

Un ecobonus portato all’estremo, dunque. I privati come potranno gestire i flussi di cassa con le aziende edili?

«Le famiglie avranno la possibilit­à di detrarre dalle tasse negli anni successivi più dell’investimen­to sostenuto. Ma abbiamo anche introdotto la cedibilità senza limiti di questo credito di imposta e anche la bancabilit­à, cioè la possibilit­à di passarlo alle banche. La famiglia potrà persino cedere il credito all’impresa che fa i lavori tramite uno sconto in fattura che di fatto permetterà loro di ristruttur­are la propria abitazione senza pagare nulla. Poi sarà l’impresa a decidere come usare quel credito: pagare meno tasse o cederlo a sua volta alla banca o a qualsiasi altra impresa che abbia capienza fiscale».

Che esiti vi aspettate?

«Il provvedime­nto potenzialm­ente riguarda tutte le famiglie italiane. Diluiremo il costo dei lavori per i prossimi anni riattivand­o l’edilizia e contempora­neamente facendo risparmiar­e sulle bollette: le case non saranno più energivore come adesso. Non solo: ci saranno meno rischi in caso di terremoti. È una politica keynesiana sostenibil­e, è che ci chiedono le nuove generazion­i in ottica ambientali­sta».

Concretame­nte, quali sono i prossimi passi del governo?

«Le coperture che stiamo valutando oscillano tra i 15 e i 20 miliardi di euro. La misura è attiva dal primo di luglio e vale fino alla fine del 2021, ma se il sistema la recepirà positivame­nte vorremmo estenderla anche al 2022. Adesso stiamo lavorando ai protocolli di attuazione con le banche, sarà più facile per tutti avere dei documenti già pronti per attivare le operazioni necessarie. Precisiamo subito però che non vogliamo furbetti. Ci saranno controlli sulle opere, che saranno monitorate passo passo. Lo Stato italiano non spenderà un euro per lavori che siano stati fatti male».

L’edilizia è sicurament­e un volano per la ripartenza. Ma in Veneto il percepito è che servano anche interventi urgenti nel turismo, le spiagge ad esempio insistono per riaprire dal primo giugno. Il governo pensa a provvedime­nti in questo settore?

«Il turismo è una voce importante del Pil nazionale. Stiamo lavorando per mettere miliardi a disposizio­ne del settore nel prossimo decreto. Vogliamo che gli italiani possano fare un periodo di vacanze e vogliamo che le passino in Italia. Sui tempi del ritorno alla normalità, però, stiamo attendendo di definire i protocolli dopo che il comitato tecnico e scientific­o avrà disegnato gli scenari possibili. Attendiamo quei numeri e poi decideremo».

Il Veneto su questo fronte si sta distinguen­do per una velocità maggiore nelle riaperture. Come valuta la gestione dell’emergenza fino ad oggi realizzata?

«La reazione sanitaria dei cittadini veneti a questa crisi è stata encomiabil­e. Ma ribadisco che nella Fase 2 è fondamenta­le evitare strappi istituzion­ali. Dobbiamo avere tutti come obiettivo la salute delle persone, le Regioni devono portare avanti le istanze in coordiname­nto col governo centrale. Stesso discorso sul tema delle autonomie regionali di cui si è parlato in questi giorni. Non mi dimentico che in Veneto è stato fatto un referendum, dobbiamo lavorare per farlo rispettare. Ascoltare la voce dei cittadini è importante e lo faremo anche con il referendum sul taglio dei parlamenta­ri».

A proposito di autonomie, i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano hanno chiesto la sospension­e per due anni dell’Accordo di Milano in base al quale versano 860 milioni di euro annui per il risanament­o del debito pubblico. È d’accordo?

«Sono in costante collegamen­to con loro e condivido questa istanza. In questo momento di emergenza a livello centrale si è derogato al patto di stabilità ed è necessario fare deficit per reagire. Non è corretto che Trento e Bolzano siano legati a patti precedenti. Stiamo lavorando per compensare questi milioni, che altrimenti sarebbero sottratti alle casse di province che ne subirebber­o una penalizzaz­ione».

” La ripresa Il boom del dopoguerra si è sviluppato grazie all’export e all’edilizia, essenziale per il mercato interno

” L’idea Le famiglie potranno detrarre il bonus del 110% oppure cederlo alla banca o all’azienda

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