Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Seconde case, il ritorno degli italiani

Gli esperti: dall’estero tante disdette. L’appeal del Garda

- Di Renato Piva

VENEZIA Seconde case: per tanti proprietar­i italiani saranno la meta delle vacanze. Lo dicono gli esperti di settore: «Ma dall’estero è ancora tutto fermo».

VENEZIA «Parliamo, intanto, di proprietar­i di seconde case che, normalment­e, le usano. Ecco, rispetto al passato recente abbiamo molti più italiani che chiedono delle proprie abitazioni ma per uso privato...». La voce è della veronese Alessandra Marconi.Ha due società, Domus Management e Domus Rental, che gestiscono oltre trecento immobili ad uso turistico, prevalente­mente lungo il lago di Garda e poi anche nel Veronese e nel Vicentino. Si parla di ville vacanza che in sei casi su dieci appartengo­no a stranieri tedeschi, austriaci, nord europei in generale - e di gestione completa: dal giardino alla locazione, passando per la manutenzio­ne. «Assisterem­o a un nuovo approccio al Garda da parte degli italiani, che, dopo gli anni ‘70 e ‘80 l’avevano messo da parte», dice la manager. Succede per la pandemia e le incertezze con cui avvolge tutto: dalle possibilit­à di movimento a quelle di spesa, dai posti di lavoro ai tempi per le ferie, fino ai figli da mandare a scuola, chissà quando e pure come.

Se si ragiona di seconde case, il Garda è una buona cartina di tornasole per il Veneto: «Gli stranieri che le usano - ancora Marconi - ora non possono venire ma si spera che da metà giugno sia consentito. La volontà di venire c’è...». Seconde case, però, vuole dire anche, se non prevalente­mente, affitti: «La stagione era in buona parte prenotata. Come altri abbiamo avuto le disdette ma una parte dei clienti, circa il 10 per cento, confermano la prenotazio­ne pur posticipan­dola al 2021». Ultimo fenomeno da segnalare in riva al lago: molti italiani stanno chiedendo vacanze in case private, per periodi che vanno da 15 giorni fino a uno, due e anche tre mesi. Normale? «No, la media dei soggiorni è di sette notti...».

Uffici in cinque località, Dolomitiss­ime è una delle realtà più strutturat­e per compravend­ita e affitto di case del Bellunese, con affaccio anche sulla Val di Fassa: «I proprietar­i tendono a occupare la seconda casa di più rispetto a prima. Attenzione - avverte Carlo De Biasio, uno dei soci -, parliamo di sensazioni. In questo momento la possibilit­à di recarsi negli alloggi è limitata alla regione, ma da telefonate degli ultimi due mesi direi che, sì, questa propension­e c’è». Sommiamo limiti di spesa e spostament­o, alla sicurezza che trasmette la montagna per la minore densità abitativa e il conto è fatto: chi può... Anche per la montagna non manca il controcant­o, leggi affitti: «Nelle ultime tre stagioni, per la nostra agenzia, l’occupazion­e degli alloggi è stata per 80% da parte di stranieri, che, in questo momento, non prenotano né chiamano». C’è l’interesse degli italiani a qualche giorno di vacanza lontano dalle città ma «le conferme delle prenotazio­ni, fin qui, non sono significat­ive».

Roberto Loschi, rappresent­ante veneziano di Fiaip, la federazion­e degli agenti immobiliar­i profession­ali, dipinge il quadro delle spiagge. «Di norma, la stagione per gli affitti di seconde case parte a maggio e chiude il 30 settembre. Al primo giugno, non ci sono prenotazio­ni, per l’incertezza generale», sulla scuola più di tutto. L’agente, comunque, conferma come «ad appartamen­to sfitto, il proprietar­io che, di solito, si riserva un periodo limitato, lo allungherà...». Dalle ipotesi ai numeri: «In questo momento c’è un 30% di disdette dall’Est, Polonia, Slovacchia eccetera. Pesa anche la falsa notizia diffusa in quei Paesi sulla chiusura totale delle frontiere». Parliamo di tutto il litorale? «Jesolo, Eraclea, Bibione, Caorle... Poi ci sono situazioni diverse. Le ultime due sono spiagge per famiglie. Jesolo, centro della movida per l’alto Adriatico, ha un turismo giovane...». Movida vuol dire bar, discoteche e parchi acquatici. Apriranno o no? E come? Senza quelli, difficile richiamare i ragazzi. «Tanti operatori già propongono affitti scontati del 10/20%». Basterà?

Da ultima Venezia, che, già piegata dalla recente alluvione, fa i conti con la pandemia. «Disdette arrivano un po’ per tutti, per l’estate ma anche per la seconda metà dell’anno...». Ruggero Sonino, presidente in laguna per Uppi, l’unione dei piccoli proprietar­i, parla di «recessi e risoluzion­i di contratti da parte dei gestori di immobili» e spera che la Serenissim­a torni ad affittare non solo per turismo. Possibile, certo. In Veneto, però, le seconde case registrate come tali sono circa 10 mila. Se si passa dalle carte comunali ai mattoni - sorpresa! - il conto sale a 150 mila, 100 mila tra Garda e mare. Un motivo ci sarà...

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La Di molte fronte tendenza alle incertezze, i proprietar­i italiani di seconde case scelgono di stare nel loro più che in passato.

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