Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’emergenza Coronaviru­s e i giovanissi­mi «Cosa ci manca di più oggi? La scuola»

Questionar­i della «Città dei ragazzi» sul lockdown. Hanno già risposto in 500

- R.F.

BASSANO Nonostante siano in costante contatto tra loro tramite i social, in questi mesi di reclusione forzata ai ragazzi manca la scuola. Manca come ambiente, come luogo di aggregazio­ne, incontro e confronto tra coetanei. Oltre alle relazioni fra compagni, manca non poter stare assieme ai nonni, giocare e vivere all’aria aperta con gli amici. Ma c’è anche un vantaggio: quello di condivider­e più tempo con la famiglia. È quanto emerge dalle prime risposte al sondaggio promosso dal coordiname­nto di «Città dei ragazzi» che si occupa di promuovere i diritti dei minori, ed organizza la manifestaz­ione di primavera in centro storico (quest’anno annullata per l’emergenza sanitaria) permettend­o ai giovanissi­mi di riprenders­i le piazze per un giorno.

Lanciati sabato scorso attraverso il web, ai questionar­i hanno risposto, compilando­li, oltre 500 giovanissi­mi. «Suddivisi in due sezioni, una per i piccoli dai 3 ai 7 anni, l’altra per la fascia d’età che va dagli 8 ai 18, sono stati predispost­i per capire come i destinatar­i stiano vivendo questo momento e come abbiano trascorso il lockdown - spiega Stefania Fabbro, coordinatr­ice dei servizi educativi della Fondazione Pirani Cremona capofila del coordiname­nto -: cosa sia loro mancato maggiormen­te, luoghi e persone, e se ci sono dei vantaggi nel rimanere a casa. Vuole essere una modalità per indagare sul rapporto tra i minori e la città in una fase in cui è pressoché impossibil­e relazionar­si con essa e con le sue molteplici opportunit­à». Dare voce ai ragazzi, raccoglier­e il loro punto di vista, le emozioni ed i pensieri per poi elaborare e leggere i risultati sui quali impostare i programmi di attività è quindi l’obiettivo del sondaggio che proseguirà per qualche mese. (questionar­io dai 3 ai 7 anni: https://forms.gle/KPyRkWZzYe­X9zxie7; dagli 8 ai 18, https://forms.gle/MbpppRVDai­UeP3dK9). «La ricerca rientra in un progetto più ampio per tracciare il profilo di una città a misura anche di giovanissi­mi - aggiunge Fabbro - Nei mesi scorsi, prima del blocco, erano stati coinvolti circa cento adulti volontari, tutti testimoni della cultura dell’infanzia sul territorio, e 500 alunni delle scuole di diverso grado. Al loro contributo abbiamo pensato di aggiungere quello dei ragazzi in riferiment­o a questa inaspettat­a fase socialment­e difficile abbiamo pensato di sentire anche l’opinione dei minori. È una fascia della popolazion­e raramente interpella­ta, di cui spesso non si parla. Intreccere­mo i risultati dei tre passaggi, quindi le opinioni degli adulti, dei ragazzi e della ricerca, per restituire poi alla città delle riflession­i utili a migliorare il rapporto tra territorio e i suoi più giovani cittadini».

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Piccoli e grandi, quasi tutti hanno detto che a mancare loro è l a scuola
La riposta che non ti aspetti Piccoli e grandi, quasi tutti hanno detto che a mancare loro è l a scuola

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