Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Electrolux, lo «sciopero per respirare»

Sotto accusa le mascherine che aderiscono al volto: «Non riusciamo a rifiatare»

- Favero

SUSEGANA (TREVISO) E arrivò il giorno del primo sciopero contro le mascherine. Oggi i lavoratori addetti alla catena di montaggio in Electrolux, nel Trevigiano, si fermano per un’ora, reclamando dall’azienda il diritto a respirare bene durante il lavoro. Le mascherine fornite dalla multinazio­nale, infatti, sono le migliori sul mercato ma aderiscono al volto e non consentono agli operai di rifiatare, anche a causa dei ritmi serrati della produzione.

TREVISO (g.f.) E lo sciopero della mascherina in Electrolux fa scattare lo scontro interno alla Fiom. Che fra le rappresent­anze sindacali interne in quota Fiom della Electrolux di Susegana e la linea ufficiale della categoria metalmecca­nica Cgil su base provincial­e non sempre le vicende avessero percorsi paralleli era cosa in qualche modo percepita in più di una occasione. A far entrare in collisione in modo esplicito i due mondi, con una schietta schermagli­a fra il leader storico delle Rsu di fabbrica, Augustin Breda, e il segretario generale della Fiom di Treviso, Enrico Botter, ci hanno pensato ieri le mascherine. Quelle che l’azienda ha fornito lunedì scorso ai lavoratori in concomitan­za con il primo rientro che non fosse su base volontaria, come avvenuto nella settimana precedente. Due turni da sei ore, con ingressi del secondo gruppo distanziat­i dalle uscite del primo, in locali sensibilme­nte modificati durante lo stop per separare gli operatori e prevedere l’impiego di tutte le possibili misure di contenimen­to del rischio di contagio.

Compresa, appunto, la dotazione di mascherine. La multinazio­nale svedese ha puntato al massimo, distribuen­do le Ffp2/3, cioè quelle con capacità di filtraggio assai più elevate delle normali «chirurgich­e» in quanto proteggono in entrambi i sensi: bloccano le possibili goccioline emesse da chi la porta ma anche, a differenza delle altre, quelle di terzi. Il top, insomma, oltre le disposizio­ni del decreto di Palazzo Chigi del 26 aprile secondo cui gli schermi chirurgici sono più che sufficient­i per la convivenza negli ambienti di lavoro. Il problema è che a respirare dentro le Ffp2/3 si fa più fatica. Non è facile abituarsi, aderiscono al volto e, se le temperatur­e in catena di montaggio salgono – e a Susegana l’impianto non è mai stato un modello di climatizza­zione – si suda più del solito. Nei gironi scorsi perciò le Rsu e i rappresent­anti della sicurezza avevano chiesto il «downgrade» della mascherina, chiedendo di poter lavorare con quelle di tutti gli altri operai d’Italia o, almeno, di avere qualche pausa in più per «riprendere fiato». Ottenen-do però risposte negative, perché se si deve fabbricare un frigorifer­o ogni 42 secondi i tempi sono tarati in modo non modificabi­le.

È per questo, oltre a due motivi minori, che oggi scatta lo sciopero. Un’ora per turno, uno «Sciopero per respirare» è stato definito nei tazebao scritti a pennarello rosso e blu che sono ormai il secondo format grafico caratteris­tico di Electrolux Susegana. Scelta che non pare condivisa dalla segreteria provincial­e. «Pur nell’osservanza dell’autonomia di Rsu e Rls – è il commento di Botter – questo sciopero mi lascia quantomeno perplesso, non fosse altro che per decenza e rispetto di chi sta male». E pochi minuti dopo tocca a Breda: «Un segretario Fiom che non ha mai lavorato con mascherina sotto il ritmo imposto dai padroni, cosa può capire di ciò che significa, per un lavoratore, sudare in catena di montaggio? È questo il lavoratore che sta davvero male e che va rispettato».

 ??  ??
 ??  ?? In fabbrica Augustin Breda, storico leader Fiom in Electrolux
In fabbrica Augustin Breda, storico leader Fiom in Electrolux

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy