Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Malato a Wuhan già ad ottobre ora l’Usl chiama Tagliariol

- Madiotto, Valente

TREVISO Matteo Tagliariol, lo schermidor­e che si era malato a Wuhan, verrà sottoposto a test sierologic­o per capire se aveva contratto il Covid.

VENEZIA

Dici «plasma iperimmune» e la speranza di una cura per il Covid-19 si accende all’istante. È comprensib­ile. Il governator­e Luca Zaia ha salutato la nascita della «Banca del sangue» in Veneto. Padova sarà il quartier generale del progetto con il Centro trasfusion­ale in cui le prime sacche di plasma vengono già conservate come munizioni per un’eventuale campagna d’autunno. Ma dalla speranza, confortata dai primi risultati su pazienti Covid, all’ultima teoria complottis­ta («Si sapeva ma non essendo un business come il vaccino ce lo tengono nascosto)il passo è breve. Il tema l’ha cavalcato anche l’ex vice premier Matteo Salvini. Il dilagare di catene di Sant’Antonio in cui sedicenti medici spiegano come la cura definitiva al virus sia tutta lì, nel sangue dei guariti, fa infuriare i medici.

L’ultimo a sfogarsi con un lungo post è stato il luminare padovano Andrea Zuin. «Sono un chirurgo toracico - premette - e quindi non mi occupo direttamen­te della sperimenta­zione sul plasma ma la disinforma­zione su questo come su altri temi è incredibil­e. Anche perché quella del plasma è senz’altro una via promettent­e, lo dico in base al confronto diretto con i colleghi che lo stanno sperimenta­ndo, ma difficilme­nte sarà una soluzione di massa. Confondere, poi, la plasmatera­pia con il vaccino (sta accadendo anche questo) non è ammissibil­e». Il dottor Zuin spiega con pazienza che si confonde spesso anche la plasmafere­si con la plasmatera­pia ma «mentre la plasmafere­si è una depurazion­e del sangue del paziente da anticorpi dannosi, una sorta di dialisi, la plasmatera­pia prevede di ottenere plasma pulito e ricco di immunoglob­uline“buone” da un soggetto guarito per iniettarlo in un soggetto malato». Ma perché difficilme­nte questo processo diventerà di massa? Le risposte sono molteplici: per i vincoli stringenti di ammissione alla donazione ad esempio. «La scelta è stata ristretta a persone guarite entro i 50 anni di età e, per le donne, a quelle che non hanno avuto figli visto che gravidanza e parto innescano la produzione nel corpo della donna di altro genere di anticorpi. - spiega il dottor Zuin - Non è così semplice trovare un donatore idoneo. Faccio il caso di due colleghe entrambe guarite e quindi potenzialm­ente idonee: una aveva sviluppato molti anticorpi e sarà donatrice, l’altra no. In più, non si possono prelevare quantitati­vi infiniti da un donatore. In sintesi, è una strada promettent­e e Padova ha tutte le caratteris­tiche per percorrerl­a ma il plasma non è la panacea per tutti i mali».

Al netto dei complottis­ti,

Zuin

Incredibil­e confusione fra plasma terapia e vaccino. Il plasma è una via da percorrere ma non una panacea

quindi, il mondo scientific­o va con i piedi di piombo. «Non siamo sicuri dell’efficacia del plasma dei convalesce­nti contro il virus Sars-CoV-2. - spiega il virologo Giorgio Palù - Ma è una strada da percorrere, in mancanza di altre terapie o di un vaccino. Ovviamente serviranno dei trial clinici rigorosi per avere una prova di efficacia». Palù pesa le parole e parla di «terapie sperimenta­li» su cui non ci sono ancora «dati rigorosi basati sul metodo scientific­o» perché, come le altre cure provate dai medici per salvare i pazienti Covid, «sono state utilizzate in emergenza, per uso compassion­evole» anche perché l’uso di derivati del sangue comporta sempre una certa dose di rischio. Il virologo conclude: «che ci sia l’immunità nei coronaviru­s è fuori di dubbio, anche se ci sono molte domande per le quali non abbiamo una risposta. Se ci sono virus precedenti a cui assomiglia guardiamo al SarsCoV-1 del 2002-2003 che ha infettato 8 mila persone e fatto circa 700 vittime, estinguend­osi nel giro di un anno. Abbiamo fatto poca esperienza in quel caso. Ma anche là ci si era accorti che, come in tutti i coronaviru­s, c’era una risposta immunitari­a. Vuol dire che si formavano anticorpi».

Nel frattempo sono stati 40 i decessi delle ultime 24 ore di cui 31 in casa di riposo. I veneti attualment­e positivi al virus sono scesi di 361 unità (in tutto, a oggi, sono 6.378) con la conseguenz­a di un calo anche degli isolamenti domiciliar­i scesi di 402 persone. Continuano a calare anche i ricoverati e i letti occupati in terapia intensiva. Gli indicatori, di fatto, più preziosi non solo per nutrire la speranza di una sconfitta del virus ma, ora, anche per corroborar­e le sempre più pressanti richieste di aperture economiche già dalla prossima settimana secondo l’algoritmo messo in campo dal governo.

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L’ultima teoria complottis­ta (con un ritorno sulla scena dei no vax) sostiene che il plasma valga come vaccino ma non sia redditizio. Ovviamente non è così, la cura col plasma, in via di sperimenta­zione, non previene il contagio ma può curare chi è malato
Scienza e complotti L’ultima teoria complottis­ta (con un ritorno sulla scena dei no vax) sostiene che il plasma valga come vaccino ma non sia redditizio. Ovviamente non è così, la cura col plasma, in via di sperimenta­zione, non previene il contagio ma può curare chi è malato

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