Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Riaperture, la linea del 18 maggio

Dai negozi ai locali Ok da Roma all’anticipo, ma altri sette giorni di monitoragg­io. Il governator­e: «Siamo pronti. Ripartire a giugno è da era glaciale» Zaia spinge per l’11. Boccia: troppo presto. E gli industrial­i finanziano il piano tamponi a tappeto

- Marco Bonet

VENEZIA Continua il confronto tra Regioni e governo sulla riapertura anticipata di negozi, bar e ristoranti, parrucchie­ri ed estetiste. Il punto di caduta finale potrebbe essere il 18 maggio anziché il 1 giugno ma il Veneto spinge già per lunedì prossimo, l’11 maggio. In serata, però, è arrivato il «no» del ministro Boccia. Intanto gli industrial­i veneti donano 300 mila euro per il piano di tamponi a tappeto.

visti dal decreto Speranza (andamento dei contagi, stress delle strutture ospedalier­e, occupazion­e delle terapie intensive), e la prossima, dall’11 al 18 maggio, la definizion­e da parte dell’Inail e delle parti sociali dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro e quindi l’accordo tra il governo e le Regioni sulle riaperture differenzi­ate, per territorio e per settore.

Al mattino, durante la sua quotidiana conferenza stampa, Zaia era tornato a battere: «Penso che il primo giugno sia una data inopportun­a per la riapertura e penso che parrucchie­ri ed estetisti stiano diventando il capro espiatorio di un lockdown che ormai non coinvolge più nessuno. Davvero c’è chi crede che aumenti il pericolo se si riapre un barbiere?». Quindi ha aggiunto: «Rispetto a 15 giorni fa il quadro epidemiolo­gico è radicalmen­te cambiato per cui io sono pronto a far ripartire tutto subito, anche prima del 18 maggio. Con una precisazio­ne: che poi i leoni da tastiera non vengano ad incolpare il sottoscrit­to se ci sarà qualche nuovo caso. Attualment­e registriam­o 75 positivi su 9 mila tamponi fatti in un giorno. Capite che a queste condizioni si può riaprire, anche le spiagge che visti gli spazi mi sembrano perfettame­nte in grado di far rispettare il distanziam­ento».

Una posizione ribadita con forza durante la Conferenza delle Regioni e che ha trovato la convergenz­a degli altri presidenti, tanto che la richiesta poi portata all’attenzione del ministro degli Affari regionali Francesco Boccia dal presidente dell’Emilia Romagna

Stefano Bonaccini, che presiede la Conferenza, era quella di una riapertura generalizz­ata l’11 maggio. Boccia, però, è stato irremovibi­le: prima del 18 maggio non si riapre nulla, servono almeno due settimane per valutare gli effetti sulla curva del contagio dell’allentamen­to delle misure deciso con il Dpcm del 4 maggio. «Chiediamo che entro il 17 maggio venga adottato un nuovo Dpcm per consentire alle Regioni di procedere autonomame­nte, sulla base delle valutazion­i delle strutture tecniche e scientific­he dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività» insistono i governator­i. Soluzione ritenuta possibile in via della Stamperia, qualora gli indicatori sanitari fossero positivi. «In quel caso conferma il sottosegre­tario all’Interno Achille Variati - luce verde. Ma dobbiamo essere attenti e razionali, senza fughe in avanti che rischiano di vanificare i nostri sacrifici, mettendo a repentagli­o altre vite».

Nelle prossime ore, inoltre, gli esperti inizierann­o a valutare la bozza inviata dal ministero dell’Istruzione con le misure per il rientro a scuola a settembre e un’ulteriore accelerazi­one potrebbe arrivare per il mondo dello sport, visto che Boccia ha dato il via libera alla convocazio­ne di una cabina di regia con il ministero, le Regioni e gli enti locali «per elaborare un percorso condiviso per le federazion­i sportive».

Variati Semaforo verde se saranno positivi i dati del monitoragg­io imposto dal ministero della Sanità

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Le proteste Manifestaz­ione dei commercian­ti per la riparrtura in piazza a Padova
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