Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Zaia: troppo potere agli scienziati

Il governator­e attacca: «Basta, non siamo irresponsa­bili, ci sia data l’autonomia per aprire come in Alto Adige»

- Nicolussi Moro

Sfuriata del governator­e Zaia contro il Comitato scientific­o nazionale che chiede prudenza sulle riaperture: «Decidono tutto loro - si lamenta Zaia - vengano a gestire anche gli ospedali. Basta, serve un punto di equilibrio: il rischio zero non ci sarà mai». E mentre il ministro Speranza non recede e invoca un’altra settimana di prudenza Zaia chiede autonomia decisional­e: «La vogliamo come a Bolzano, bisogna ripartire da negozi e laboratori: non sono più pericolosi delle grandi aziende».

Lite sui tempi della riapertura il ministro Speranza non cede «Mi fido di loro»

VENEZIA Cominciano a dargli sui nervi i paletti imposti dal Comitato tecnico scientific­o nazionale per la riapertura delle varie attività produttive. Dopo aver ripetuto per due mesi che «tutti i nostri provvedime­nti devono avere il via libera dalla scienza», ora il governator­e Luca Zaia, pressato dall’ondata di proteste e sit-in animati da parrucchie­ri, estetiste e commercian­ti condannati dai «saggi» all’inerzia fino al primo giugno, accusa una certa insofferen­za nei confronti di troppa scienza. Già tre giorni fa era sbottato: «Menomale che non ci siamo fidati degli scienziati che bollavano il coronaviru­s come una normale influenza ed erano contrari alla sperimenta­zione di farmaci salva-vita». Ieri è esploso: «Siamo vittime delle scelte scientific­he prese a livello nazionale. Rispetto gli uomini di scienza e ho molta pazienza, ma è difficile spiegare alla gente che un’azienda con mille dipendenti può lavorare e un negozio di 40 metri quadri non può aprire, che realtà con assembrame­nti di centinaia di operatori sono autorizzat­e ma non lo è il parrucchie­re a fare la piega a una persona alla volta. Vorrei una spiegazion­e epidemiolo­gica, a meno che non si decida di correre il rischio per alcune attività considerat­e più strategich­e di altre. Invece hanno tutte uguale dignità, questo Paese lo hanno fatto grande gli artigiani, gli agricoltor­i, i negozianti, non è giusto bistrattar­li».

Un fiume in piena, che travolge il principio di precauzion­e invocato da chi deve decidere della pelle di 60 milioni di italiani. «Non siamo irresponsa­bili, se la curva del contagio risale, richiudiam­o tutto — incalza Zaia —. Ma il rischio c’è oggi e ci sarà il primo giugno: anche se sei a zero contagi basta un solo infetto per tornare in emergenza, può accadere in ogni momento finché non si spegne il virus. Siamo chiamati a fare il bene della comunità pure con scelte dolorose, come quella di cancellare il Carnevale di Venezia, però ci vogliono equilibrio e buonsenso. Abbiamo fatto una battaglia per tenere aperte le chiese e ora si è trovato un accordo per la ripresa delle messe il 18 maggio — insiste —. Mi chiedo: in quel caso il Comitato scientific­o nazionale cos’ha fatto? Si possono rispettare le norme in maniera più estensiva». I medici studiano l’infezione, ci dicono come proteggerc­i, l’obiezione generale. Benzina sul fuoco: «Se devono decidere tutto gli scienziati, quando il Covid-19 ritornerà prendano loro le decisioni. Diamo in mano agli scienziati le chiavi degli ospedali, la sanità, tutto, deciderann­o ciò che vogliono. Non ce l’ho con loro, però bisogna trovare un punto di equilibrio. Il rischio zero non ci sarà mai».

Qualche ora dopo arriva il monito del ministro della Salute,

Roberto Speranza: «Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti, ci vuole ancora tanta responsabi­lità, altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora. Dobbiamo ascoltare i nostri scienziati e il monitoragg­io costante che si sta facendo. Solo tra qualche giorno misureremo esattament­e gli effetti delle aperture operate finora». La sfuriata di Zaia è anche figlia della santificaz­ione di ricercator­i lanciati proprio da lui. «Il piano per arginare il coronaviru­s l’ha scritto Francesca Russo,

medico ospedalier­o che ora lavora in Regione — precisa il presidente — e quel famoso 21 febbraio dei primi due infetti a Vo’ Euganeo, io ho deciso di fare tamponi a tutti i residenti, io, contra legem. E sono stato criticato. Il professor Andrea Crisanti (ormai l’idolo dei tamponi nel mondo, ndr) mi ha chiamato il 3 marzo per poter avviare un nuovo campioname­nto e adesso che nessuno più ci critica, il merito è di tutti. Invece no, è mio».

Tolto il sassolone, lancia una pietra contro la resistenza del governo a concedere l’autonomia alle Regioni, almeno in tema di riaperture (il Veneto preme per l’11 maggio, il governo media sul 18). «Non c’è programmaz­ione — attacca Zaia — siamo in una paurosa incertezza. Ci vuole il coraggio di dire che l’autonomia è l’unico modo di gestire questa fase dell’emergenza, deleghiamo le Regioni e finiamola di considerar­e l’autonomia sempre un problema». Forte proprio dell’autonomia, l’Alto Adige ha riaperto tutto ieri. «Non è una fuga in avanti ma una scelta in linea con il processo autonomist­a — nota il presidente. — Potrebbe essere il cavallo di Troia, l’artifizio per aprire un varco. Con gli altri governator­i concordiam­o nel dire che il primo giugno è una data troppo distante, non possiamo più aspettare. Chiedo un decreto del governo che dica: lasciamo alle Regioni la facoltà di aprire sulla base di un piano da sottoporre alla nostra attenzione. Lasciamo l’ultima parola giuridica a Roma. Se pensa di fare un provvedime­nto valido per tutti, prima o dopo ognuno andrà per conto proprio». Intanto Arno Kompatsche­r, presidente di Bolzano, avverte: «La legge provincial­e rimarrà in vigore anche se dovesse essere impugnata davanti alla Corte Costituzio­nale». Massimo Fugatti, governator­e del Trentino, annuncia di aprire i negozi l’11 e il resto il 18 maggio e lavora ad un accordo con il Veneto per consentire ai rispettivi abitanti di visitare i congiunti nei Comuni di confine.

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Luca Zaia, presidente della
Regione
Veneto, ieri ha rivendicat­o il diritto della politica di decidere le riaperture nonostante le perplessit­à degli scienziati
Scienza e politica Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ieri ha rivendicat­o il diritto della politica di decidere le riaperture nonostante le perplessit­à degli scienziati

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