Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’indignazione di Crisanti «Vedo troppi affollamenti»
Il virologo accompagna la presidente del Senato in visita all’ospedale. Casellati: «Il 20 febbraio sarà la Giornata dei camici bianchi»
PADOVA Andrea Crisanti, il virologo che ha convinto il governatore Luca Zaia a spingere su tamponi a tappeto e sorveglianza attiva, ieri ha esternato tutta la sua indignazione: «Padova è un esempio di virtù civili, però purtroppo in altre città abbiamo visto le immagini di gente affollata senza mascherine. Io voglio dire a queste persone che noi abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a questo punto, e che è veramente un delitto sprecare il lavoro fatto».
Crisanti
A queste persone dico che abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a questo punto, è un delitto sprecare il lavoro fatto
Casellati
Sono orgogliosa di come ha risposto Padova sia dal punto di vista dell’organizzazione che dal punto di vista della ricerca Il caso Tagliariol Finora nessuna conferma che il virus circolasse in Veneto già lo scorso anno
All’inizio del lockdown è rimasta a Roma per presidiare il Senato, e ieri ha voluto ringraziare i medici che in questi mesi hanno continuato a presidiare l’ospedale della sua città: nel giorno del rientro a Padova, Elisabetta Casellati ha fatto tappa nel luogo-simbolo della lotta al coronavirus in Veneto. Il presidente del Senato ha portato il suo saluto prima davanti all’ingresso del policlinico e poi nel chiostro dell’ospedale civile, circondata dalle autorità e dai camici bianchi.
Accanto a lei c’era anche Andrea Crisanti, il virologo che ha convinto il governatore Luca Zaia a spingere su tamponi a tappeto e sorveglianza attiva, mettendo a punto quel «modello Veneto» che ha fatto scuola in Italia e non solo. Il problema ora è convivere col virus: «Padova è un esempio di virtù civili, però purtroppo in altre città abbiamo visto le immagini di gente affollata senza mascherine» osserva Crisanti. «Io voglio dire a queste persone che noi abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a questo punto, e che è veramente un delitto sprecare il lavoro fatto. Sono indignato, non preoccupato: non si può buttare tutto così, anche perché poi è difficile convincere queste persone a rifare lo stesso lavoro sulla base di un comportamento negligente».
Per quanto riguarda la ripartenza di negozi, bar e ristoranti, Crisanti respinge l’ipotesi della data unica in tutta Italia: «L’apertura dev’essere fatta sulla base del rischio, e una riapertura indifferenziata significa che non è stato calcolato il rischio. La scienza si basa su misure, e se non ci sono misure sono contrario».
Il caso di Matteo Tagliariol, l’atleta trevigiano che lo scorso ottobre tornò dai Giochi militari di Wuhan con un’influenza sospetta, ha fatto pensare che il virus circolasse in Veneto già in autunno: «Dall’inizio di novembre fino a gennaio non abbiamo trovato alcun caso - assicura Crisanti -. Noi siamo il centro di riferimento regionale dell’influenza, quindi abbiamo collezionato e archiviato tutti i campioni dei tamponi che ci sono giunti da ottobre a febbraio-marzo e li abbiamo ritestati retrospettivamente, per vedere se c’era qualcuno che ci era sfuggito. Quest’analisi finora non ha dato nessun risultato positivo».
Pensando al futuro, invece,
Casellati ha annunciato che il 20 febbraio diventerà la Giornata dei camici bianchi. La ricorrenza cadrà nella data in cui l’ospedale di Codogno denunciò il primo caso italiano di coronavirus, quello che colpì il «paziente 1» Mattia Maestri. E il riconoscimento, oltre che simbolico, sarà anche sostanziale: «Il Senato spiega Casellati - ha dato un segnale molto importante perché, su mia iniziativa, tutti i gruppi parlamentari hanno sottoscritto un disegno di legge per l’istituzione della Giornata
dei camici bianchi, un atto davvero importante. È tempo che anche per i medici e tutto il personale ci sia un fine mese con più soldi in tasca, è una cosa che mi preme molto».
Parole sottoscritte anche da Antonio De Poli, senatore dell’Udc, secondo cui i medici «meritano un Premio Nobel per la pace per il coraggio, la dedizione e lo straordinario senso civico dimostrati».
Rivolgendosi ai medici, Casellati ha ricordato che «il vostro lavoro è venuto in evidenza in questi giorni perché abbiamo avuto questa terribile pandemia, ma noi sappiamo che lo stesso impegno voi lo prestate tutti i giorni, senza orari e senza sosta. Per qualche verso, nella mia lunga esperienza politica, di sanità mi sono interessata, e so che non è semplice riattivare un’organizzazione a fronte di un’emergenza. Voi lo avete fatto con grande competenza, fino a definire quello che oggi studiano come modello Padova, e avete messo in campo una ricerca che mi auguro possa portare a trovare una terapia e un vaccino per il mondo». Tornando col pensiero ai mesi del lockdown, infine, la presidente del Senato si è detta orgogliosa di come ha risposto Padova «sia dal punto di vista dell’organizzazione che dal punto di vista della ricerca. Questo è il modo per riaprire tutte le attività, perché c’è un’emergenza sanitaria ma c’è anche un’emergenza economica e dobbiamo rispondere da subito a tutti i cittadini mettendo soldi in tasca agli italiani».