Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La mascherina affatica «Più pause»
SUSEGANA Lo sciopero della mascherina all’Electrolux divide il sindacato. Secondo gli operai con le Ffp2 si respira male e chiedono più pause.
TREVISO La battaglia contro le mascherine che tolgono il fiato e poi la guerra delle cifre sull’adesione allo sciopero anche all’interno dello stesso sindacato. Il primo venerdì postlockdown di Electrolux Susegana, escludendo quello frequentato da operai volontari, la scorsa settimana, è all’insegna dei distinguo e delle contraddizioni; e si può comprendere se i lavoratori usciti un’ora prima, appunto per partecipare all’agitazione, hanno preferito dribblare notes e microfoni dei cronisti.
A generare la protesta, cioè l’astensione dal lavoro di un’ora, era stata la mancata risposta alle domande poste dalle Rsu di poter usare mascherine «chirurgiche» al posto delle filtranti messe a disposizione dall’azienda. Perché, è il presupposto, queste ultime, a causa della severità del loro filtro, rendono la respirazione troppo faticosa specie se protratta per tutte le sei ore del turno, che diventeranno otto da lunedì. Si tratta di un tema che vede concordi tutti ma che divide sul modo di affrontarlo. La Fim-Cisl, con il segretario regionale Antonio Bianchin, puntualizza che lo sciopero è stato indetto solo dai cugini di Fiom Cgil e Uilm Uil. L’argomento, prosegue, «tocca tutti gli stabilimenti italiani del gruppo e va affrontato a livello nazionale. Non chiedendo la sostituzione delle mascherine, ma la possibilità di introdurre pause aggiuntive per abbassare il livello di stress». Per inciso, analoghe discussioni sono in corso con i maggiori gruppi metalmeccanici a Treviso, da De’ Longhi a Prima Sole a Stiga; e in tutti i casi, a prescindere dal tipo di mascherina, è stata individuata la necessità di interrompere il lavoro più di frequente appunto per l’affaticamento indotto dagli schermi su naso e bocca.
E il giorno prima a disconoscere l’iniziativa esprimendo grande «perplessità»era stata la stessa segreteria generale della Fiom di Treviso. La necessità di produrre un segnale forte come un’ora di sciopero è invece rivendicata da Stefano Bragagnolo (Uilm Uil). «Visto l’incremento di produzione che Electrolux si aspetta – spiega – è bene porre subito la questione come argomento inderogabile».
«Soffro di riniti allergica e indossare la Ffp2 mi provoca l’essiccazione delle via aeree l’uscita di sangue dal naso – è quanto riferisce in modo anonimo una lavoratrice – oltre che il ritorno di eritemi dovuti alla delicatezza della mia pelle. Se io volessi indossare le mascherine chirurgiche l’azienda potrebbe punirmi? Con le altre mi sembra di soffocare». Il dibattito, a fine giornata, si è spostato sui numeri della partecipazione allo sciopero, organizzato attraverso l’uscita dalla fabbrica un’ora prima della conclusione di ciascuno dei due turni. Per quello del mattino, secondo i dati dell’azienda condivisi dal sindacato, è stata del 28%, dato che nel pomeriggio ha raggiunto il 44% e dunque con una media intorno al 36%. Non riconosciuta però dalle Rsu Fiom e Uilm secondo le quali si può parlare di una quota vicina al 70%.