Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Derai, il regista dei nuovi classici «Contro il vuoto Virgilio in LP»

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spirazione e quarantena? Il teatro vive un momento di sospension­e. Sono chiusi gli edifici dell’incontro collettivo e si alzano ombre sul futuro. Finché non sapremo quando e come si potrà tornare a teatro, tutto resterà sospeso, anche la creatività». Da un paio di giorni, Simone Derai è preso dalla lettura delle misure per la ripartenza delle attività artistiche sfornate dal governo Conte. Anagoor, compagnia di cui Derai è regista, ha ricevuto il Leone d’argento alla penultima Biennale; l’ha fondata nel 2000, a Castelfran­co Veneto, casa sua. Certo, sperava in un anniversar­io migliore...

In clausura neppure un’idea?

«Beh, sì. Abbiamo lavorato a due creazioni, che, pure, non diventeran­no per forza opere teatrali. In estate sarà pubblicata la nostra traduzione dell’Orestea di Eschilo, dalla Cronopio di Napoli…».

C’è una data?

«No, sempre il virus…».

L’altro progetto?

«Una retrospett­iva discografi­ca delle musiche che hanno accompagna­to le opere teatrali, composte per noi da Mauro Martinuz. Sarà un doppio vinile. Il lato B conterrà la performanc­e di Marco Menegoni (primo attore di Anagoor, ndr) sul secondo libro dell’Eneide di Virgilio».

Non proprio consueto…

«É un modo per conservare la materia del teatro, che per natura si brucia in una serata sola».

Il domani che vede?

«Questa quarantena, ma valeva anche prima, può essere l’occasione per cambiare. Di teatro come spettacolo se ne fa anche troppo, forse. Il teatro bisogna aspettarlo, è una cosa da desiderare».

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Simone Derai
Regista Simone Derai

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