Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il voto e la linea Salvini Zaia: vanno fatte a luglio
Giallo sulla riunione fra il capitano e i suoi deputati Fontana: «Palese tentativo di creare fratture nella Lega». Lorenzoni: «Evidenti problemi nel partito»
VENEZIA Dopo la riunione di Matteo Salvini con i deputati della Lega di mercoledì scorso in cui si sarebbe avallata la scelta del voto in autunno, il governatore Zaia risponde che Salvini legittimamente può avere una visione più ampia, nazionale, ma che ha anche sempre sostenuto la facoltà del Veneto di votare a luglio. Il commissario Fontana parla di «evidenti tentativi di creare fratture nella Lega». Lorenzoni dice «evidenti i problemi interni al partito».
VENEZIA «Sostenitore? Diciamo sostenitore incallito del voto a luglio». Il governatore Luca Zaia non arretra nel duello con il governo perché le Regioni al voto, Veneto incluso, tornino alle urne in piena estate. Questo nonostante indiscrezioni di stampa secondo cui mercoledì scorso Matteo Salvini avrebbe chiamato a raccolta tutti i parlamentari del Carroccio sostenendo il voto autunnale. E senza che i parlamentari veneti proferissero verbo.
«Francamente questa mi giunge nuova - si stupisce la senatrice vicentina Erika Stefani - non c’è stata nessuna riunione con i senatori. Magari con i colleghi della Camera. Non mi stupirei se Salvini avesse semplicemente detto che il governo ormai ha deciso per ottobre. E, in ogni caso, sono riunioni tecniche, in cui ci si passano alcune informazioni ma non è previsto alcun voto».
Testimone diretto della riunione romana è, fra gli altri, il deputato veronese Roberto Turri che spiega: «sì, è stato un incontro con i deputati, non con tutti i parlamentari della Lega per discutere delle soluzioni ai problemi degli italiani ma non ricordo si sia parlato di elezioni bensì delle limitazioni in vigore in questo momento nel Paese e della necessità di ripartire. Se poi mi chiede la mia opinione, penso che il voto in autunno può essere incerto proprio per il ben noto rischio di una seconda ondata di contagi stando alle previsioni degli esperti».
Appurata la dinamica dell’incontro, resta il commento del governatore: «non so nulla di questa riunione - ha commentato ieri Zaia col consueto aplomb tanto più quando si entra nel campo minato degli equilibri interni al partito -. Devo dire che trovo legittimo che il segretario abbia una visione nazionale. Io ad esempio della situazione elettorale nelle Marche non so nulla. Ma come governatori abbiamo persino presentato un emendamento in conferenza dei presidenti per chiedere un voto ravvicinato. Sembra sia stata fatta saltare la possibilità del voto di luglio. Ho chiesto un parere un mese fa sul perché. Sto ancora aspettando risposta. Tanto più ora, alla luce dell’apri-tutto del 18 maggio. Il segretario Salvini può assolutamente avere uno sguardo dall’alto ma ha sempre detto che il Veneto ha diritto di andare al voto subito, è una dichiarazione sua». Parlare di scontro è naturalmente eccessivo. Dalla Lega si getta acqua sul fuoco. «Salvini e Zaia sono come l’acqua e l’olio. Sono fatti di un materiale diverso, entrambi nati per fare quello che riesce loro meglio: guidare il partito per Salvini e amministrare il Veneto per Zaia» ragiona l’assessore regionale alle Attività produttive Roberto Marcato.
L’entourage del «Capitano» fa sapere che i due si sentono quotidianamente e, si lascia intendere, cordialmente. Lo stesso Salvini si limita a un lapidario «il problema è inesistente». Tanto, rimbalzano la palla i leghisti, deve decidere il governo e, comunque, in Veneto il risultato resterà invariato indipendentemente dalla mise balneare o dal cappotto con cui si andrà al seggio. Insomma, lo scontato plebiscito vaticinato per il governatore, secondo politico più amato dopo il premier Giuseppe Conte nonché astro nascente della politica italiana secondo il Financial Times, riserverà solo la sorpresa della percentuale di acclamazione.
Fra i pompieri impegnati a spegnere l’ultimo piccolo incendio nel tinello di casa c’è il commissario veneto della Lega ma anche fedelissimo di Salvini, Lorenzo Fontana: «appare palese il tentativo di creare fratture nella Lega, e nella Liga Veneta in particolare. Capiamo che da parte degli avversari politici questo possa essere l’unico modo per provare ad affrontare la prossima sfida elettorale, ma la realtà è che la Lega è forte e vincerà, sia che si voti a luglio, sia che si voti in autunno». Secco anche l’assessore regionale Roberto Marcato: «Salvini ha sempre detto che se vogliamo andare a votare a luglio va bene e noi, su questa posizione, siamo sempre rimasti». L’occasione viene colta al balzo dallo «sfidante» alla carica di governatore Arturo Lorenzoni. «Non voglio commentare il fuoco amico di Salvini su Zaia. E non voglio nemmeno entrare nelle fratture, sempre più evidenti, all’interno della Lega».