Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vo’, Aurica l’ultima positiva «Ho capito che conta anche una fetta di pane ben fritto»

- Renato Piva

«In paese vedo tutti molto consapevol­i. Hanno tutti la mascherina, anche quelli che vanno in bici. Magari la abbassano per respirare meglio, ma se incrociano altri la alzano subito. A me pare questo: il fatto di essere stati in quarantena due settimane più di tutti gli altri, forse, ci ha portato più consapevol­ezza». Aurica Munteanu ha 43 anni e lavora come addetta alle cucine di Parco dei tigli, casa di cura privata a Teolo. Da casa sua, a Vo’ Euganeo, sono

22 chilometri di strade di collina, tutte saliscendi e curve. Aurica è l’ultima positiva nel paese della prima vittima italiana del Covid-19, il

77enne Adriano Trevisan. Domani, questa veneta di Romania affronterà l’ultima curva col virus: il tampone di fine quarantena. Ancora 24 ore, poi Vo’ saluterà l’incubo iniziato il 21 febbraio scorso.

Aurica, come sta?

«Sto bene, sono asintomati­ca. Ieri ho fatto il primo dei tamponi post quarantena e so già che è negativo».

Lunedì (domani) altro tampone. Alla fine quanti saranno?

«Sette... Sì, sette. Due al lavoro, per evitare contagi in casa di cura; tre per lo studio dell’Università su Vo’ e poi questi...».

Ancora 48 ore di quarantena: quand’è iniziata?

«Il 22 aprile...».

Facciamo che sia finita: com’è stata?

«Sono a casa con mio figlio di 15 anni. Mi sono isolata in camera da letto; bagni separati e, per fortuna, ne abbiamo due… In cucina, però, dovevamo andarci tutti e due: mica potevamo separarla e, poi, mio figlio non cucina per me. Ci siamo alternati: pima mangiava una, poi l’altro».

Che esperienza è stata?

«Sono sempre positiva, e cerco di essere contagiosa col mio ottimismo. Stavolta, però, devo dire che, saputo della positività, per alcune ore sono andata in tilt. Sono sempre stata attenta e, di mio, sono “maniaca” del rispetto delle regole. Continuavo a chiedermi: dove ho sbagliato? Poi mi hanno spiegato che non c’è logica e che non è semplice individuar­e il momento del contagio. Hanno anche ripetuto che è inutile cercare il “dove” e il “chi”, perché non lo troverò».

Ha avuto parenti o amici contagiati?

«Solo due colleghe, che conosco poco».

Ha imparato qualcosa?

«Che la vita è corta, che bisogna goderla di più e dare importanza anche a cose minuscole: le dimentichi­amo e non dovremmo. In queste due settimane ho cucinato per mio figlio, cosa che, quando lavoro, spesso mi è impossibil­e. Ho cucinato anche piatti semplici, ma se li è goduti».

Racconti un piatto semplice...

«Il pane fritto. Se ha del pane secco, sbatta due uova, ci immerga le fette e frigga: è buonissimo. A noi, poi, piace il pane fatto in casa. Quando non faccio in tempo a cucinarlo stendo la pasta, la taglio a quadratini e friggo. Poi zucchero o anche no...».

Menù leggeri...

«Beh, mio figlio è magro come un chiodo... Quando faccio la pasta aglio, olio e peperoncin­o mi tocca farne mezzo chilo. Mio figlio è come me: l’aglio gli piace. Sa, in Romania si usa molto...».

La prima cosa che farà una volta liberata?

«Una passeggiat­a per i campi, sola, per prendermi un po’ di tempo per me. Poi andrò da mia madre: non ci vediamo da tre mesi...».

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Quasi libera Aurica Munteanu, 43 anni, di Vo’ Euganeo

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