Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le case di riposo «riaprono» ai familiari «Ma con gli anziani solo abbracci protetti»
Molte Rsa fanno tornare i parenti, altre strutture non hanno mai fermato le visite
VICENZA Gli sguardi filtrati da una lastra di vetro trasparente, al tempo del Coronavirus, valgono quasi come un abbraccio. Lo sanno bene ospiti e parenti della casa di riposo Tassoni, a Cornedo, dove da circa una settimana sono stati permessi nuovamente gli incontri: con le dovute accortezze, ci sono già stati 42 «abbracci» dal vetro. Non è l’unica: altre residenze per anziani della provincia (sono oltre 70) hanno cominciato ad «aprire» alle visite, altre si stanno preparando a farlo, altre ancora sono pronte ma aspettano le direttive regionali.
La riapertura ha già riguardato anche strutture che sono state colpite dal Coronavirus. Come la Papa Luciani di Altavilla: 80 ospiti di cui, purtroppo, la metà contagiati nelle scorse settimane (ci sono stati 9 decessi). Nei giorni scorsi i familiari hanno potuto rivedere i loro cari dall’esterno, di fronte a una vetrata attrezzata, all’interno, con una poltrona per gli anziani ospiti. Ma non è l’unica. «Abbiamo chiamato il servizio “incontri alla finestra”» spiega Laura Lizza, presidente della Rsa Tassoni di Cornedo. La residenza, che ha circa 80 ospiti per lo più non autosufficienti, non è stata toccata dal virus. «È stato fatto anche il secondo screening, è andato bene – riprende Lizza – da lunedì abbiamo riattivato gli incontri grazie alle grandi vetrate presenti in ognuno dei due nuclei della nostra struttura e tramite un telefono fra interno ed esterno. Ogni ospite potrà farne uno a settimana». Anche all’Ipab La Casa di Schio si sta studiando un analogo servizio, in una modalità ancora diversa: con dei gazebo nell’ampio giardino della struttura. Se ne parlerà da domani. Allo stesso modo, dovrebbe concretizzarsi la prossima settimana una modalità di incontro all’Ipab Proti Salvi Trento, struttura che a Vicenza conta quasi 700 ospiti. C’è la volontà di «agevolare con la massima cautela e con tutte le precauzioni possibili, la possibilità per i familiari di avere un contatto, pur a distanza, con i propri cari», spiega il presidente dell’ente Ermanno Angonese. Le «visite», attraverso vetrate o altre soluzioni logistiche, avverranno su appuntamento. Nel frattempo «proseguono quotidianamente le chiamate e le videochiamate ai familiari, per un totale di circa 900 a settimana» fa sapere l’Ipab del capoluogo.
Anche altre strutture della provincia stanno studiando il modo di permettere a ospiti e famiglie di rivedersi. «Valutiamo gli incontri all’aperto – conferma Chiara Cocco, direttrice della Rsa di Montecchio Maggiore – in aggiunta alle videochiamate, che ci sono sempre state. Però vogliamo vedere come sarà l’andamento del contagio la prossima settimana. E aspettiamo indicazioni dalla Regione». Il punto è ribadito da Alessandro Tonin, presidente della Rsa di Chiampo. «Anche noi stiamo elaborando varie soluzioni, scenari diversi in base al fatto che si tratti di ospiti autosufficienti oppure no – precisa – tuttavia, l’Usl 8 ci ha preannunciato l’arrivo a breve di linee guida regionali, che attendiamo. Faccio questo appello anche alle altre case di riposo: cerchiamo di agire tutti assieme, senza fughe in avanti». Nella residenza della Fondazione Marzotto, a Valdagno (con quasi 250 ospiti), gli incontri attraverso vetrate e con dei microfonini non si sono mai fermati, come anche in altre strutture vicentine. «Ora sposteremo gli incontri all’aperto, in strutture protette – osserva l’amministratore Roberto Volpe – E se l’andamento generale sarà buono, non escludo fra una ventina di giorni di far riprendere le visite in stanza per gli ospiti che non si possono muovere. Con regole ferree: il familiare dovrà aver fatto prima il tampone, e l’incontro avverrà a distanza di sicurezza».
” Lizza (Cornedo) Iniziati gli incontri alla finestra. Dai noi nessun contagio
” Angonese (Vicenza) Agevoliamo le visite ma con la massima cautela
” Cocco (Montecchio) Ora solo videochiamate in attesa del protocollo regionale