Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Medici in fila per poche mascherine
Baratto (Fipe): «Con le regole imposte, andare nei locali rischia di diventare un’esperienza triste». Dal primo giugno caffè anche sulla terrazza della Basilica
Da via Salvo d’Acquisto a via Giberti, in centro città a Verona, a mettersi in fila, pazientemente, sono stati medici di famiglia, ospedalieri, dentisti e specializzandi, tutti ad aspettare ore per un pugno di mascherine e FFP2. E qualcuno ha aspettato invano.
VICENZA «In queste condizioni non conviene riaprire. Non l’avevo mai detto, ma ora tra i colleghi regna molto scetticismo». Il presidente provinciale di Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), Gianluca Baratto, guarda alle misure con le quali lui e altri ristoratori dovranno fare i conti per poter accogliere i clienti da lunedì. Il diktat di Governo e Regione è di rispettare le misure anti-contagio ma proprio sulle regole da rispettare ancora non c’è piena chiarezza: «Prima era stata ipotizzata una distanza di quattro metri quadrati per persona – chiosa Baratto – che è pura follia. Ora si parla di distanze dimezzate in Veneto, inoltre non è ancora chiaro se sono misure obbligatorie. Io dico che sarà meglio aspettare di vedere le carte». E però, con l’orizzonte della riapertura fissato tra (appena) quattro giorni, non sono pochi i ristoratori che tentano di adeguare la propria attività al lavoro nella fase di post-emergenza sanitaria da Covid-19.
«Molte attività non riapriranno in queste condizioni – osserva Baratto – e conosco personalmente colleghi che hanno investito molto, magari aprendo l’inverno scorso e indebitandosi per farlo, e ora dovrebbero far fronte ad altri esborsi per sostenere spese ulteriori senza la certezza di un guadagno. C’è molto scetticismo nell’ambiente». Per il presidente della categoria che riunisce 4.300 imprese vicentine l’ostacolo non è neppure dettato dal distanziamento tra clienti: «Non si tratta solo di rispettare i quattro o i due metri – spiega Baratto – ma del fatto che tutte le misure assieme creano un ambiente diverso e tutto diventa molto più complicato. Entrare in un ristorante per vedere tutti con mascherine e guanti, per mangiare tra pannelli di plastica e per avere gel igienizzanti ovunque potrebbe non essere più così piacevole per il cliente. Andare al ristorante diventerebbe un’esperienza triste e c’è da scommetterci che in molti rimarranno a casa». La soluzione: «Si potrebbe tornare al periodo appena precedente la chiusura dei ristoranti – spiega il presidente provinciale Fipe – e cioè quando c’era il divieto di organizzare eventi o feste e l’obbligo di mantenere un metro di distanza dal cliente. In quello scenario si lavorava meno, ma almeno l’esperienza era tutto sommato ancora positiva».
Nel frattempo, tra i locali in città che si stanno attrezzando per ripartire c’è anche il bar sulla terrazza della Basilica. L’attività, gestita dai titolari de «L’angolo Palladio», ha inoltrato in Comune alcune modifiche tecniche relative all’arredamento, che dovranno essere autorizzate dalla Soprintendenza: «Si tratta di interventi minimali – spiega l’assessore alle Attività produttive, Silvio Giovine – pertanto prevediamo che non ci siano problemi autorizzativi. In ogni caso poi ci si dovrà attrezzare per le misure anti-contagio». Il bar panoramico per eccellenza di Vicenza potrebbe riaprire dal 1 giugno, come pure un’altra attività molto gettonata negli ultimi anni, ovvero «La Spiaggetta» di piazzetta San Biagio.