Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Da Righetti si lavora per accogliere clienti «Ma è a forte rischio metà dei coperti»

- G.M.C.

VICENZA È uno dei locali storici di Vicenza, ma la storia dovrà cambiare di fronte all’emergenza sanitaria e alle misure anti-contagio. E così «Righetti» potrebbe dire addio al suo modello «self-restaurant» che tanto l’ha contraddis­tinto fin dal 1974, anno di nascita del locale di piazza Duomo: «Ci adegueremo a fare un servizio di self-service tradiziona­le, ma vogliamo riaprire» dichiara il titolare del ristorante, Vittorio Viero.È lui a fare i conti in questi giorni con una riapertura tanto attesa quanto difficolto­sa da mettere in pratica in termini di organizzaz­ione del lavoro. In primis per le misure da rispettare.

Prima dell’emergenza sanitaria il ristorante funzionava con un servizio in completa autonomia, prima si mangia e poi si paga. «Ora dovremo cambiare – spiega Viero – il cliente sarà accolto da un dipendente con guanti e mascherina che gli fornirà da bere, gli consegnerà un vassoio e al termine del giro per prendere il cibo si pagherà, in anticipo, come un tradiziona­le self-service. E alla sera invece opteremo per un servizio al tavolo«. Poi c’è l’aspetto – sostanzial­e – della disposizio­ne di sedie e tavolini: prima dell’emergenza sanitaria «Righetti» ospitava fino a 120 persone negli spazi interni e circa 70 all’esterno, con una media di 600 coperti al giorno: «Ora se mi attenessi ai quattro metri quadrati per ogni cliente ipotizzati dal Governo – spiega Viero – potrei ospitare solo quaranta persone all’interno, quindi un terzo dei clienti di prima. All’esterno invece conto di poter mantenere lo stesso numero di tavoli, grazie al fatto che potrò allargare il plateatico, ma qui molto dipenderà dalle condizioni meteo». Nel complesso, dunque, i conti del titolare portano a una stima di 200 coperti al giorno, un terzo dell’era pre-Covid-19. «So che in Germania, specie in Baviera – dichiara Viero – nei posti all’esterno dei locali non è richiesto il rispetto delle stesse misure di distanziam­ento previste nei locali interni. Mi chiedo se non sia possibile fare lo stesso anche qui». Alle misure per la disposizio­ne di sedie e tavolini, poi, c’è tutto il ragionamen­to sul personale: 14 persone al lavoro ogni giorno, in media, nei mesi scorsi. «Dovrò diminuire – sottolinea il titolare – saremo una decina al massimo, perché le distanze vanno mantenute pure in cucina, dove gli spazi sono ridotti». Meno personale, dunque, anche se a fronte di minori incassi. Ma la prospettiv­a non spaventa chi da oltre quarant’anni accoglie vicentini e turisti ogni giorno: «Io mi reputo fortunato ad avere uno spazio esterno sul quale posso contare per aumentare il numero di tavoli e dunque di clienti. Ma so che molti locali faranno fatica a riaprire».

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