Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stazione e degrado a sud, il Comune ricorre al Tar: «Piano Parolini riparta»
Riqualificazione bloccata, la giunta si muove: firmino l’intesa
BASSANO La vicenda del «Piano Parolini», che si trascina da circa quarant’anni, si arricchisce di un nuovo capitolo. La giunta ha deciso di ricorrere al Tar con il duplice obiettivo di sbloccare la situazione di stallo del consistente intervento urbanistico (dovrebbe ridisegnare la zona a sud della stazione ferroviaria, fino a Ca’ Baroncello, dove insistono alcune aree produttive dismesse, tra cui quella Italgas) e di tutelare il Comune. L’esecutivo, guidato dal sindaco, Elena Pavan, ha già dato mandato all’avvocato Sergio Dal Prà, di Padova, di avviare l’azione legale nei confronti della cordata di privati, tra le quali la società trevigiana Numeria e Iniziativa Parolini, per la mancata sottoscrizione della
” Viero/1 Mancano le firme alla convenzione ed è tutto fermo. É una pratica di accertamento
convezione che regola l’operazione pubblico-privato ferma da alcuni anni.
Con l’intento di dare un’accelerata al piano, almeno per quanto riguarda l’aspetto viabilistico, la precedente amministrazione aveva previsto un accordo. In questo, il Comune, anticipando la somma di 1 milione 300 mila euro, si sarebbe occupato degli espropri delle proprietà private, necessari per consentire alle società proponenti di partire con la realizzazione della bretella parallela a via Parolini. Un’arteria ritenuta fondamentale per migliorare la circolazione urbana, in particolare per decongestionare il traffico veicolare di attraversamento del centro.
«Per una serie di questioni, mancano ancora le firme di quella convenzione ed è tutto fermo - spiega Andrea Viero, assessore all’Urbanistica - Abbiamo quindi avviato una pratica di accertamento preventivo. Serve ad individuare quale sia la parte inadempiente nella trattativa. Un’azione legale per chiarire le responsabilità e, nel nostro caso, anche per tutelare il Comune». L’assessore assicura che non c’è alcuna intenzione da parte dell’amministrazione di chiudere la porta e che la trattativa non è compromessa. «Stiamo parlando di un imponente piano urbanistico di recupero di un’area strategica - aggiunge Riteniamo doveroso far luce su ogni aspetto».
La riqualificazione della zona che si sviluppa lungo la ferrovia risale agli anni Ottanta. Al primo progetto, ribattezzato «Mar» e mai andato in porto, è seguito, nel terzo millennio, il «Piano Parolini», passato alla storia perché inizialmente prevedeva la costruzione delle «torri» firmate dall’architetto Paolo Portoghesi: due grattacieli che però non incontrarono i favori dei bassanesi, per cui l’intervento venne ridimensionato con l’amministrazione Cimatti. In seguito, la persistente crisi del mercato immobiliare ha spinto Numeria a chiedere di poter realizzare, all’interno delle cubature del piano, due strutture di vendita, ciascuna di 2.500 metri quadrati di superficie che, a detta della società, sarebbero state previste nell’accordo originario. Un’opzione negata dalla precedente amministrazione Poletto, la stessa che aveva proposto la convenzione, non più firmata da Numeria. Con il via all’azione legale dei giorni scorsi, l’amministrazione Pavan intende mettere un punto fermo sulla questione, per poter finalmente mettere mano a una zona della città che chiede di intervenire.
Viero/2
Ci serve per capire quale sia la parte inadempien te in questa trattativa