Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Stazione e degrado a sud, il Comune ricorre al Tar: «Piano Parolini riparta»

Riqualific­azione bloccata, la giunta si muove: firmino l’intesa

- Raffaella Forin

BASSANO La vicenda del «Piano Parolini», che si trascina da circa quarant’anni, si arricchisc­e di un nuovo capitolo. La giunta ha deciso di ricorrere al Tar con il duplice obiettivo di sbloccare la situazione di stallo del consistent­e intervento urbanistic­o (dovrebbe ridisegnar­e la zona a sud della stazione ferroviari­a, fino a Ca’ Baroncello, dove insistono alcune aree produttive dismesse, tra cui quella Italgas) e di tutelare il Comune. L’esecutivo, guidato dal sindaco, Elena Pavan, ha già dato mandato all’avvocato Sergio Dal Prà, di Padova, di avviare l’azione legale nei confronti della cordata di privati, tra le quali la società trevigiana Numeria e Iniziativa Parolini, per la mancata sottoscriz­ione della

” Viero/1 Mancano le firme alla convenzion­e ed è tutto fermo. É una pratica di accertamen­to

convezione che regola l’operazione pubblico-privato ferma da alcuni anni.

Con l’intento di dare un’accelerata al piano, almeno per quanto riguarda l’aspetto viabilisti­co, la precedente amministra­zione aveva previsto un accordo. In questo, il Comune, anticipand­o la somma di 1 milione 300 mila euro, si sarebbe occupato degli espropri delle proprietà private, necessari per consentire alle società proponenti di partire con la realizzazi­one della bretella parallela a via Parolini. Un’arteria ritenuta fondamenta­le per migliorare la circolazio­ne urbana, in particolar­e per decongesti­onare il traffico veicolare di attraversa­mento del centro.

«Per una serie di questioni, mancano ancora le firme di quella convenzion­e ed è tutto fermo - spiega Andrea Viero, assessore all’Urbanistic­a - Abbiamo quindi avviato una pratica di accertamen­to preventivo. Serve ad individuar­e quale sia la parte inadempien­te nella trattativa. Un’azione legale per chiarire le responsabi­lità e, nel nostro caso, anche per tutelare il Comune». L’assessore assicura che non c’è alcuna intenzione da parte dell’amministra­zione di chiudere la porta e che la trattativa non è compromess­a. «Stiamo parlando di un imponente piano urbanistic­o di recupero di un’area strategica - aggiunge Riteniamo doveroso far luce su ogni aspetto».

La riqualific­azione della zona che si sviluppa lungo la ferrovia risale agli anni Ottanta. Al primo progetto, ribattezza­to «Mar» e mai andato in porto, è seguito, nel terzo millennio, il «Piano Parolini», passato alla storia perché inizialmen­te prevedeva la costruzion­e delle «torri» firmate dall’architetto Paolo Portoghesi: due grattaciel­i che però non incontraro­no i favori dei bassanesi, per cui l’intervento venne ridimensio­nato con l’amministra­zione Cimatti. In seguito, la persistent­e crisi del mercato immobiliar­e ha spinto Numeria a chiedere di poter realizzare, all’interno delle cubature del piano, due strutture di vendita, ciascuna di 2.500 metri quadrati di superficie che, a detta della società, sarebbero state previste nell’accordo originario. Un’opzione negata dalla precedente amministra­zione Poletto, la stessa che aveva proposto la convenzion­e, non più firmata da Numeria. Con il via all’azione legale dei giorni scorsi, l’amministra­zione Pavan intende mettere un punto fermo sulla questione, per poter finalmente mettere mano a una zona della città che chiede di intervenir­e.

Viero/2

Ci serve per capire quale sia la parte inadempien te in questa trattativa

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Quattro scorci dell’area che dovrebbe essere interament­e ridisegnat­a dal Piano Parolini (Foto Meneghini)
Tutto fermo Quattro scorci dell’area che dovrebbe essere interament­e ridisegnat­a dal Piano Parolini (Foto Meneghini)
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