Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Righetto: che choc il ritorno da Colle Meglio la Fase 2 degli psichiatri
«C’è un detto veneziano che dice così: “Viaggiar descanta ma chi parte mona torna mona”. Lo ripeto a tutti quelli che mi chiedono se ne usciremo migliori da questa pandemia: io credo che chi ha l’intelligenza per cogliere l’occasione di migliorarsi la coglierà, chi non ce l’ha resterà come prima». Matteo Righetto, 47 anni, scrittore (Savana Padana, La pelle dell’orso, La terra promessa, L’ultima patria e autore della rappresentazione teatrale Da qui alla Luna) si divide tra Padova e Colle Santa Lucia, minuscolo e delizioso paesino di cui si parla solo quando si dibatte sui confini tra Veneto e Alto Adige.
All’inizio del lockdown l era in montagna...
«Sì eravamo lì con la famiglia per le vacanze di carnevale e alla fine abbiamo deciso di rimanere quando tutto è stato chiuso. Si poteva camminare nei boschi, più isolati e distanziati di così non potevamo essere».
Poi le è toccato tornare, deve essere stato un trauma...
«È stato pazzesco, lassù non ci rendevamo cRonto di quanto il coprifuoco avesse cambiato la vita di tutti, ci siamo ritrovati così dai delicati cinguettii della primavera all’Armageddon, non vedo l’ora di tornare di nuovo a Colle, ci resterò tutta l’estate».
Ancora? Non è stanco di stare isolato? Non le mancano la movida, gli spritz, le piazze?
«Ho già stravissuto la mia città quando ero studente, di spritz e piazze ne ho avuti abbastanza, mi mancano i miei amici, le cene, le passeggiate».
La cosa che ha odiato di più della quarantena?
«Gli haters, quelli che prima ce l’avevano coi runner e poi con i giovani, questo è sintomo che certa gente cominciava a sragionare e quindi è stato giusto riaprire, fino ad ora hanno governato i virologi ma se non ci riprendiamo la normalità a breve ci governeranno gli psichiatri».