Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ricettazione di quadri falsi tre anni di cella per Ghiotto
Ennesima condanna (e multa) per il faccendiere
VICENZA Per i giudici i quadri erano falsi e sono stati pure ricettati, anche se non tutti. Nuova condanna, o meglio stangata, per il faccendiere Andrea Ghiotto che da giugno 2018 si trova in carcere a Padova per scontare pene diventate definitive per un totale di sei anni di reclusione (per una serie di evasioni fiscali) e che di recente si è visto negare gli arresti domiciliari dal tribunale di sorveglianza.
Giovedì pomeriggio il collegio del tribunale di Vicenza ha inflitto al 47enne di Zermeghedo un’altra condanna, l’ennesima per lui: tre anni di reclusione e settemila euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali - perché nell’agosto del 2018 perchè aveva ricevuto «consapevolmente» da terzi «detenendolo poi per farne commercio», un quadro dal titolo Figures falsamente attribuito all’artista Karel Appel, con tanto di apposita certificazione falsificata. Quadro che era stato poi ceduto ad un gallerista di Brescia che se lo era tenuto appunto per venderlo.
Ghiotto è stato invece assolto per i due quadri - anche questi considerati dei falsi - dell’artista Giulio Turcato: due opere intitolate Alleluia e Cangiante
Bianco Blu per l’accusa provenienti da contraffazione.
Così come è stato assolto «per non aver commesso il fatto» relativamente ai due quadri di Turcato appunto l’amico Stefano Parise, condannato però per l’opera falsa di Appel a un anno e mezzo di reclusione e quattromila euro. Condannato infine a tre anni e sei mesi di reclusione e novemila euro Leonardo Buson, 64enne di Arcugnano. Queste opere false erano state scoperte nel corso dell’indagine della guardia di finanza del 2013 su episodi di usura ed estorsione ad imprenditori vicentini che avevano fatto scattare l’arresto anche per il titolare di una discoteca veronese. All’epoca Ghiotto era stato catturato e portato in carcere. Era stato accusato, tra gli altri, anche di ricettazione e di commercio di opere d’arte fasulle. Proprio nel corso delle verifiche erano stati trovati i tre quadri di Turcato e Appel, tutti poi rivelatisi non autentici. Il collegio presieduto dal giudice Lorenzo Miazzi ha dichiarato in sentenza la falsità dei quadri in sequestro e ne ha ordinato la confisca e la distruzione.