Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Dal Canto: «Vincere? Non è mai facile E questo Vicenza si merita la serie B»
L’ex difensore e allenatore biancorosso, ora a Siena: «È una grande piazza, ho ricordi bellissimi»
A Vicenza ha vissuto momenti diversi. Da giocatore nel 1994, arrivato dalla Primavera della Juventus, poi nel
2016, e ancora dal 2000 al
2003. Da allenatore chiamato a gennaio 2013 in B dopo l’esonero di Breda.
Alessandro Dal Canto, tecnico nato a Castelfranco Veneto, oggi sulla panchina del Siena (contratto anche per il prossimo anno), attende lunedì per capire cosa accadrà. Con la squadra toscana, quinta nel girone A, potrebbe disputare i playoff. «La società aspetta di capire se saranno a invito o obbligatori, vediamo cosa decideranno» precisa. E sulla proposta che andrà al Consiglio Figc, con le prime, tra cui il Vicenza, promosse in B, spiega. «Visto quello che è successo, ci può stare. Però non mi piace la formula playoff a partecipazione volontaria. Le squadre che rischiano di retrocedere devono giocare i playout, per la quarta promozione invece si può scegliere se partecipare. Se sono playoff, che lo siano per tutti... Tra l’altro penso che se avessimo preso una linea comune prima, ci sarebbe stato il tempo di finire tutto sul campo e sarebbe stata la soluzione migliore». Sul Vicenza che attende di capire se arriverà la promozione diretta in B Dal Canto aggiunge. «Se si giocheranno solo playoff e playout, credo sia corretto non coinvolgere le prime perché comunque c’è un risultato sportivo chiaro, si sono meritate di salire».
Ma secondo il tecnico del Siena non era già scritto il cammino del Vicenza. «Erano partiti con altre quattro o cinque squadre per primeggiare ma non era scontato. Perché vincere è sempre difficile. Uno legge la classifica e dice: Vicenza primo? Normale. Non è così. Feralpi, Triestina, Reggiana, Carpi, Modena se la sono giocata tutte più o meno sullo stesso piano. Se il Vicenza è riuscito a stare davanti è perché ha fatto ottime cose, meglio delle altre. In tutte le 60 società di Lega Pro solo il Monza non c’entrava niente e nonostante questo hanno fatto un’opera d’arte ad arrivare ad un distacco così largo sulla seconda». E poi il pensiero va a Mimmo Di Carlo, ex compagno di squadra. «Di Carlo è una garanzia ma vincere non è mai facile, soprattutto in una piazza come Vicenza, dove c’era attesa da un po’ di tempo. Hanno preso un allenatore che campionati ne ha vinti, che ha fatto esperienza gigantesca in categorie superiori e che è stato un giocatore molto ben voluto».
E Vicenza, per Dal Canto, resta una piazza importante. «La più presente in tutta la mia carriera sportiva e il ricordo più forte che mi lega al calcio. A Vicenza ci sono stati alti e bassi, come nella vita, ma oggi se vado a vedere un risultato, il primo è quello del Vicenza. Quando ci sarà l’ufficialità della promozione sarò contento, credo tornino in una categoria che gli compete. Auguro le migliori fortune al Vicenza e a Di Carlo: è una persona con cui ho sempre avuto un ottimo rapporto, spero che le cose gli vadano nel modo migliore». In maglia biancorossa Dal Canto è arrivato ragazzino, a 19 anni «la prima volta che uscivo di casa praticamente e ho vinto un campionato», ricorda con un sorriso. E poi nell’album dei ricordi sceglie due momenti, legati al derby, sempre particolarmente sentito da tutti, con l’Hellas Verona. «Il mio unico gol in serie A, nel
2000, Vicenza-Verona 2-2, e la prima vittoria che feci dopo il mio arrivo sulla panchina nel
2013: 1-0 a Verona con un gol di Semioli».