Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Palazzo Grassi parte Bethenod arriva Racine
Arriva da Parigi il nuovo direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana
Raggiungere Venezia è stato rocambolesco: «Tre settimane fa, di notte, da Roma, sono arrivato in macchina, perché i voli per Venezia non c’erano. Ho trovato una città spettrale. Ma con l’andare dei giorni le cose stanno cambiando. Diventerò veneziano». A parlare è il parigino Bruno Racine, 68 anni, neodirettore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana, già direttore del Centre Pompidou di Parigi, della Bibliothèque Nationale de France e dell’Accademia di Francia a Roma, che finalmente può iniziare il suo mandato.
«Ho dovuto aspettare qualche mese - spiega Racine - per l’emergenza sanitaria globale, nel frattempo ho quasi terminato di scrivere il mio nuovo romanzo e ho lavorato un po’ da remoto, ma stare qui a Venezia è un’altra cosa». Di formazione letteraria, in passato revisore della Corte dei Conti di Parigi e più volte incaricato nell’ambito degli Affari esteri, in particolare per il gabinetto del Primo Ministro Jacques Chirac e in seguito per Alain Juppé, da quando è arrivato a dirigere le due sedi sul Canal Grande della Francois Pinaut Collection non ha perso tempo Bruno Racine, che ha raccolto il testimone da Martin Bethenod, ora a capo del museo della Bourse de Commerce,
nuova sede espositiva parigina di Pinault, che aprirà i battenti nella primavera 2021. Racine si sta già confrontando con le istituzioni culturali veneziane e ha annunciato la riapertura al pubblico di Palazzo Grassi e Punta della Dogana l’11 luglio. Ma Racine come intende gestire l’eredità di Bethenod, fatta di oltre 3 milioni di visitatori, 24 mostre tra le due sedi, 600 eventi al Teatrino Grassi? Quale la ricetta per destreggiarsi nell’ambito della «Galassia Pinault»? Col suo predecessore il legame non sarà di soggezione ma sinergico. Alla base delle proposte espositive ci saranno sempre le opere d’arte contemporanea della Collezione Pinault da condividere tra le sedi parigina e veneziane. E se per Bethenod il motto era «guardare avanti, 100% contemporaneo», Racine ipotizza strade diverse e apre al confronto con l’arte antica: «Venezia è una città storica, i nostri spazi sono storici. L’arte del passato può aiutare a capire l’arte del presente, a comprendere gli elementi di rottura e di continuità». Per Bruno Racine il dramma coronavirus impone e offre l’opportunità di pensare a nuovi modelli di fruizione dell’arte, nuovi tempi dell’arte. «Penso a modelli con una scala più umana». Racine svelerà lineeguida e nuovi programmi espositivi a luglio, anticipando che le attività del Teatrino torneranno a settembre, con incontri nel segno della multidisciplinarietà e una possibile iniziativa su Dante. Intanto fervono i preparativi per le tre attese mostre al via l’11 luglio, che avrebbero dovuto aprire lo scorso marzo. A Palazzo Grassi va in scena la grande fotografia di Henri Cartier-Bresson e Youssef Nabil. Al primo piano gli straordinari scatti del papà del fotogiornalismo, selezionati da cinque players d’eccezione: per «Le Grand Jeu» la fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque Nationale de France Sylvie Aubenas e il collezionista Pinault hanno scelto 50 immagini ciascuno tra le 385 migliori del maestro. Al secondo piano «Once Upon a Dream», le fotografie sognanti dell’Egitto in technicolor di Nabil. A Punta della Dogana, la collettiva «Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte contemporanea», concepita dall’artista Thomas Houseago, indagherà le tematiche fondamentali affrontate dall’arte contemporanea con lavori di 60 artisti, tra cui Marlene Dumas, Robert Colescott, Paul McCarthy, Arthur Jafa, Joan Jonas, Edward Kienholz, Gilberto Zorio. Il primo giorno di apertura delle rassegne ingresso gratuito per i residenti di Venezia. Le due sedi espositive saranno aperte il sabato, domenica e lunedì, con biglietto unico a tariffazione ridotta. Consigliata la prenotazione online (palazzograssi.it) ma le sedi sono ampie e potranno ospitare ognuno 300 persone.