Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pedalando lungo l’Adige tra ville e canali

Percorso nella natura tra gli argini della Bassa Padovana: dalla Barchessa Morosini a villa Pisani-Bolognesi passando attraverso le opere idrauliche della Serenissim­a

- Francesco Verni

Dopo aver toccato Trento, Rovereto e Verona, prima di sfociare nell’Adriatico tra Chioggia e Rosolina, il fiume Adige scorre maestoso tra gli argini della Bassa Padovana. Partendo da Boara Pisani, si potrà inforcare la bici in un tour che costeggia un lungo tratto del fiume, per andare a tuffarsi nel cuore della campagna veneta tra strade sterrate, capitelli, idrovore e canali.

«La via dell’Adige» è un percorso ad anello, adatto a tutti, con una lunghezza complessiv­a di circa 55 chilometri, tutti pianeggian­ti, su strada asfaltata e su strada bianca. L’itinerario inizia dal centro di Boara Pisani, il cui territorio è disseminat­o di case padronali e coloniche e dove, tra il municipio e la chiesa, spicca l’imponente Barchessa Pisani, edificata nel XVII secolo dall’omonima famiglia nobile. Da qui, si prende l’argine sinistro risalendo il corso del fiume Adige fino al comune di Piacenza d’Adige, godendo dello skyline dei Colli Euganei. Lungo il percorso si incontrano Barbona, con la Barchessa Morosini scandita da dieci ampie arcate, i fontanazzi, punti in cui le acque del fiume riemergono spontaneam­ente formando piccole pozze, e i resti del ponte di legno che collegava questo lato del fiume al paese di Lusia. Il ponte venne distrutto dalle truppe tedesche in ritirata alla fine della Seconda guerra mondiale. Poco dopo si incontra Ca’ Morosini, frazione del comune di Sant’Urbano, dove si può visitare la Rotta

Sabadina, opera di architettu­ra idraulica costruita nel XVI secolo dai Veneziani. Questi sono luoghi tra natura e pace che hanno affascinat­o artisti di ogni epoca.

Poco prima di lasciare la frazione di Ca’ Morosini, si possono scorgere i resti di una casa di campagna, un tempo proprietà del critico d’arte Giuseppe Marchioro, che ospitò pittori come Emilio Vedova, Afro Basaldella e Giuseppe Santomaso. E proprio Santomaso, in questo luogo, ha realizzato il ciclo pittorico Finestre esposto alla Biennale di Venezia del 1948. Superato Balduina, si arriva a Piacenza

d’Adige dove, abbandonat­o il corso del fiume, ci si immerge nella campagna. Proseguend­o in direzione Ponso, si incontra il seicentesc­o Palazzo Mocenigo e, imboccata la strada a destra, subito dopo il piccolo ponte, l’argine sterrato del Fratta-Gorzone. Seguendolo, tra campi e argini, si sfiorano le idrovore La Colonna e Frattesine e ancora, passato Vighizzolo d’Este, il Ponte delle Tre Canne, una costruzion­e in pietra del 1563 che consente di convogliar­e le acque del Fratta attraverso tre grandi bocche per farle defluire sotto il fiume Santa Caterina. Arrivati a Carmignano si imbocca il ponte e si continua lungo la strada sterrata che segue il corso del Gorzone fino al Biotopo Bacino Valgrande – Lavacci, ultimo testimone, per caratteris­tiche morfologic­he e naturalist­iche, delle antiche paludi e valli che caratteriz­zavano la Bassa Padovana prima della secolare azione di bonifica.

A Vescovana si incontra una tappa assolutame­nte d’obbligo: non si può non sostare per ammirare con la dovuta attenzione la cinquecent­esca Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, che domina il centro del paese. Un ultimo sforzo e, tornati in sella, si riparte per Santa Maria d’Adige seguendo via Bassa e via IV Novembre per poi, una volta raggiunto l’argine del fiume Adige, ripercorre­re così il breve tratto di strada che porta all’arrivo, fino a Boara Pisani.

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