Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Via la clausola antifascista, è scontro
Rucco difende la scelta, Variati attacca. L’assessore Giovine presenta denuncia
VICENZA Clausola antifascista cancellata dal regolamento comunale, il sindaco Francesco Rucco difende la scelta: «Dimostriamo con i fatti di essere contrari ad ogni regime e totalitarismo». L’ex primo cittadino Achille Variati, che ha introdotto quella formula, parla invece di «scelta vergognosa». Intanto ieri è apparsa una foto di Silvio Giovine con la testa in giù come i morti in piazzale Loreto. L’assessore oggi presenterà denuncia in questura.
VICENZA «Un passo indietro» per l’ex-sindaco Achille Variati, un «gesto concreto per eliminare una clausola che nulla aveva a che fare con un regolamento tecnico» per l’attuale primo cittadino Francesco Rucco. È tra queste due posizioni antitetiche che s’incardina la polemica sollevata dalla decisione assunta martedì dal consiglio comunale del capoluogo. Sala Bernarda – riunita in videoconferenza – ha modificato il regolamento della Cosap (Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche) ritoccando diversi articoli e norme, compresa la dichiarazione di ripudio del fascismo da sottoscrivere per la richiesta di spazi da parte di associazioni e movimenti no-profit, dunque anche per tutto il mondo della politica. Oggi si deve invece sottoscrivere la dichiarazione di «ripudio di ogni forma di totalitarismo e di ogni forma di violenza a fini politici».
Rucco difende la scelta, licenziata 16 voti favorevoli e 13 contrari: «La clausola antifascista non aveva nulla a che fare con un regolamento tecnico ma è stata solo una mossa elettorale. Non abbiamo bisogno di una clausola per dimostrare il nostro impegno quotidiano su politiche contro i regimi totalitari e contro il nazifascismo. In ogni caso abbiamo lasciato una dichiarazione per far capire che non siamo contro l’antifascismo, bensì a favore della libertà d’impresa, perché di questo stiamo parlando». Di tutt’altro tono le parole che giungono da chi aveva inserito la clausola antifascista, ovvero Variati, oggi sottosegretario all’Interno: «Una vergogna, in questo modo il regime fascista razzista, liberticida e guerrafondaio viene riabilitato dall’amministrazione. La dichiarazione era un modo simbolico e assieme concreto per contrastare l’onda crescente di manifestazioni da parte di soggetti che rifiutano di ripudiare il fascismo. Ora per strizzare l’occhio a poche frange di sostenitori estremisti si getta vergogna sulla storia di Vicenza, città medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza».
Ma il dibattito, il giorno dopo il Consiglio, si allarga alla città. E dunque ai social network, dove tra polemiche e foto non manca persino il circolo vizioso della fake-news, di cui è vittima il consigliere Raffaele Colombara (Quartieri al centro). Una dichiarazione in merito agli «eroi della Resistenza che non hanno compiuto fino in fondo il loro lavoro» è stata falsamente attribuita a Colombara, che ha reagito: «Ho incaricato un legale per tutelarmi e con tutta probabilità l’autore del falso è già stato individuato. A parte questo episodio, però, ritengo da censurare il comportamento del sindaco Rucco che su questo tema non si è mai espresso durante il dibattito in Consiglio». Per l’ex-coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Vincenzo Forte, si tratta di «una battaglia di principio vinta e che porta il marchio del partito», mentre di tutt’altro avviso l’exconsigliere Giacomo Possamai (Pd), tra i primi a proporre la clausola antifascista nel 2018: «Oggi (ieri, ndr) è l’anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti (il deputato socialista ucciso dalle squadre fasciste) e non c’è modo peggiore per ricordarlo. Fra quattro anni sarà il centenario della sua morte e faremo tutto il possibile per ricordarlo degnamente, ripristinando la richiesta di adesione ai valori costituzionali». Nel frattempo il presidente del Vicenza pride 2019, Mattia Stella, si scaglia contro con il consigliere comunale Ivan Danchielli (Idea VicenzaRucco sindaco) che in aula ha dichiarato di non sopportare le bandiere arcobaleno: «Ci preoccupa l’accostamento tra il fascismo e il movimento Lgbt – osserva Stella –. Danchielli ci spieghi le sue ragioni, che crediamo siano basate sulla libertà che noi rappresentiamo».