Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sui social Giovine con la testa in giù assessore in questura

- G.M.C.

VICENZA Dalla critica, anche forte, alla violenza verbale. Tanto da spingersi a pubblicare una foto dell’assessore alle Attività produttive Silvio Giovine a testa in giù e poi quella dei morti a piazzale Loreto alla fine della seconda guerra mondiale. Il dibattito nato dopo la rimozione della clausola anti-fascista ha portato allo scontro sui social. Per tutta la giornata di ieri si è ingrossato il fiume dei commenti apparsi in rete, specie nella pagina Facebook dell’esponente della Giunta del sindaco Francesco Rucco, che ha proposto la modifica del regolament­o con la revisione della clausola anti-fascista. Nella serata di ieri si contavano circa 800 commenti al messaggio con il quale Giovine, martedì sera, salutava sorridente il voto favorevole del consiglio comunale. Fra questi ci sono i sostenitor­i, i critici, chi argomenta ma pure chi aggiunge foto e offese: «Tieni, l’ho messa a posto» si legge in uno dei commenti con la foto dello stesso Giovine capovolta, mentre a commento della foto di piazzale Loreto alla fine della guerra si scrive: «Ricordate che l’ultima volta è finita così». Il diretto interessat­o, oggi sarà in questura per «segnalare quanto avvenuto, con minacce di morte che mi arrivamo in continuazi­one – dichiara – e di cui mi dispiace veramente». Ma intanto reagisce proprio via social: «Nel loro anacronism­o gli antifascis­ti non si smentiscon­o mai – scrive Giovine – e così ecco il paradosso di sedicenti custodi della Costituzio­ne che rifiutano il voto popolare e minacciano violenza e morte. Siamo nel 2020 e spiace constatare che per alcuni quella guerra civile ancora non si è conclusa». All’esponente della Giunta vicentina arriva la solidariet­à dell’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, da sempre molto vicina a Giovine, che esprime «piena vicinanza all’assessore vittima dell’odio degli antifascis­ti» e aggiunge: «Finalmente possiamo ammirare la vera faccia, violenta e meschina, di una sinistra oramai priva di contenuti – precisa Donazzan – che tenta di reprimere con offese e minacce un atto di buon senso, una decisione che guarda al presente, volta a promuovere una tanto agognata pacificazi­one che non sia basata su una sola parte della storia o su assoluzion­i e processi sommari. La verità è che per una certa sinistra l’antifascis­mo è essenziale, utile per alimentare una guerra civile fratricida che l’Italia merita di mettersi alle spalle».

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La foto capovolta dell’assessore pubblicata sui social
Facebook La foto capovolta dell’assessore pubblicata sui social

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