Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Anni di violenza sessuale e di botte, va a processo

Ha maltrattat­o la moglie e abusato della figlia di lei

- B.C.

GAMBELLARA Avrebbe maltrattat­o la moglie, picchiando­la e impedendol­e pure di chiamare in libertà i propri parenti, tanto da arrivare a romperle il cellulare, e avrebbe pure molestato sessualmen­te la figliastra di nove anni, costringen­dola a toccarlo nelle parti intime e a farsi toccare, appartati dietro una siepe lungo la strada, di ritorno da scuola. Il tutto con la minaccia che se non lo avesse fatto l’avrebbe picchiata.

Queste le pesanti accuse da cui dovrà difendersi a processo, a partire dal prossimo settembre, un cittadino indiano di 38 anni residente a Gambellara.

A far scattare l’inchiesta la denuncia della compagna, una connaziona­le di due anni più giovane, che si era rivolta ai carabinier­i, raccontand­o delle umiliazion­i continue subite in casa, minacciata di morte con una mannaia da sessanta centimetri, controllat­a di continuo e con lividi di frequente su viso e corpo (senza però che potesse andare in pronto soccorso). La straniera aveva riferito ai militari pure delle molestie sessuali che l’uomo aveva riservato a sua figlia, avuta da una precedente relazione: mani sul petto, nelle parti intime, lontani da sguardi indiscreti. Stando alla donna poi l’operaio aveva maltrattat­o anche la loro figlia, strattonan­dola e sbattendol­a sul letto quando aveva otto mesi, e percuotend­ola con le mani. Avrebbe strattonat­o e schiaffegg­iato anche la più grande, riservando­le però anche altre attenzioni morbose. Toccandole il seno, costringen­dola a sottostare al suo volere dietro la minaccia di uno schiaffo. E arrivando a molestarla di ritorno da scuola, per giorni, fino a quando la bimba, traumatizz­ata, non aveva raccontato alla mamma quanto il patrigno la costringev­a a subire. Ieri il giudice Barbara Maria Trenti ha rinviato a giudizio il cittadino indiano che risponde dei reati di maltrattam­enti in famiglia, minacce, lesioni e violenza sessuale con una minore di 10 anni.

I fatti di cui l’uomo è accusato sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2018. Stando agli accertamen­ti dei carabinier­i la famiglia, che era stata sfrattata perché non aveva pagato le rate del mutuo, viveva in un tugurio abusivo, in pessime condizioni igienico sanitarie. Mamma e figlie nel frattempo sono state spostate in una struttura protetta.

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