Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’addio al ragazzino annegato «Ora gioca a calcio su in cielo»

La famiglia, gli amici, i compagni di squadra uniti per Mattia

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CORNEDO Un ragazzino «che gioca a calcio nei campi del cielo», felice ed estroso, capace di gesti di grande dolcezza. Ieri è stato celebrato a Cornedo il funerale di Mattia Storti, 13enne morto annegato la scorsa settimana. E così l’hanno descritto gli amici del cuore, i compagni di squadra, gli ex maestri e gli attuali insegnanti, parroci ed ex parroci: tutti assieme gli hanno dedicato ricordi affettuosi e struggenti, con una folla di centinaia di compaesani e amici a stringersi attorno alla mamma di Mattia Alessandra, al papà Andrea e alla sorella Giulia. Lo studente della seconda D delle medie di Cornedo è annegato venerdì scorso nel torrente Agno, a Cereda di Cornedo, dove era assieme ad alcuni amici.

«Ricordo tutte le volte che abbiamo giocato a “schiacciat­re” a ricreazion­e, le nostre chiacchier­ate». «Penso a come sei stato gentile il giorno della Festa delle Donne, hai portato i crostoli per tutta la classe». «Grazie a te, la nostra classe ora sarà sempre unita». Sono i pensieri che alcuni compagni di classe hanno voluto leggere prima della cerimonia, ieri. Dopo di loro ha parlato una delle insegnanti di Mattia: «Un ragazzo dolce, trasparent­e e con la spavalderi­a tipica di quell’età – il ricordo – saresti diventato un adulto schietto e onesto. Purtroppo la vita non ti ha concesso una seconda possibilit­à: se amiamo con il cuore e non solo con gli occhi, sarà come continuare ad averti vicino». Tante anche le voci commosse degli amici di Cornedo e dei compagni delle squadre di calcio in cui Mattia aveva militato, compresa l’attuale Arzignano Valchiampo. «Ho smesso di sorridere, perché ho paura che il ricordo di te e dei momenti che abbiamo passato insieme prima o poi possa scomparire» il rimpianto di un’amica. «Dicevi che eri più felice di fare un assist ad un compagno che di fare gol. Non è da tutti prendersi sulle spalle i compagni e portarli avanti - la riflession­e di un amico calciatore – sarà dura per tutti noi, non vederti più arrivare in bicicletta dentro al palazzetto dello sport, o sapere che la videochiam­ata che dovevamo farci non ci sarà mai».

Anche l’ex parroco di Cornedo Dino Rampazzo, che conosceva bene il tredicenne, ha voluto mandare un proprio messaggio, dicendosi certo che «Dio ha asciugato Mattia e lo ha accolto fra le proprie braccia». Con la lettura di alcuni brani biblici, in particolar­e del libro di Giobbe, l’attuale parroco ha cercato di consolare la famiglia di Mattia: «Alcune persone sono un dono del cielo. Ringraziam­o il Signore per averlo potuto conoscere. Non il dolore, non la morte, ma il Signore ha l’ultima parola sulla nostra esistenza».

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Il saluto La cerimonia funebre di Mattia Storti (Hasho)

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