Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Attacco incendiari­o, doppia pista Digos

Vicenza, potrebbe essere opera di un balordo o avere motivazion­i politiche

- Andrea Alba Benedetta Centin

VICENZA Lo striscione dato alle fiamme nella notte, la pensilina in parte bruciata e quella bottiglia incendiari­a con l’aquila e la scritta «Boia chi molla» per gli investigat­ori della Digos potrebbero essere opera di un balordo. Ma gli agenti della questura non possono escludere che il danneggiam­ento scoperto venerdì alla sede del sindacato di base Adl Cobas e dell’associazio­ne Caracol Olol Jackson in viale Crispi possa essere stato anche un gesto politico.

VICENZA Lo striscione dato alle fiamme nella notte, la pensilina in parte bruciata e quella bottiglia incendiari­a (che però non avrebbe potuto esplosa) con l’aquila e la scritta «Boia chi molla» per gli investigat­ori della Digos potrebbero essere opera di un balordo. Ma gli agenti della questura non possono escludere che il danneggiam­ento scoperto venerdì alla sede del sindaca todi base A dl Co base dell’ associ azione Cara col OlolJacks on inviale Cri spi possa esse restato anche un gesto voluto per indirizzar­e l’opinione pubblica e la politica, in giorni già delicati. Dovuti alla cancellazi­one dal regolament­o comunale dell’ auto dichiarazi­one di antifascis­mo, con l’assessore alle Attività Produttive Silvio Giovine che è stato oggetto di minacce via Facebook.

I detective della Digos stanno vagliando le telecamere della zona( nel palazzo interessat­o però non ci sono sistemi divide o sorveglian­za ), le testimonia­nze dei residenti e i rilievi della scientific­a che potrebbero aver isolato impronte o tracce utili. E a insospetti­re è anche quella scritta «Boia chi molla», un’espression­e inusuale nel Nordest, propria dei gruppi di estrema destra.

«Bisogna rasserenar­e il clima che c’è in questi giorni in città. L’ordinanza che ha eliminato la “clausola antifascis­ta” dal regolament­o comunale è stata presa in un momento di urgenza e difficoltà a favore di commercian­ti e negozi». A toccare il tema ieri mattina l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, a margine di un incontro a Vicenza con il coordinato­re regionale di Fratelli d’Italia Luca De Carlo e alcuni degli amministra­tori della provincia che

” Donazzan Si vada a fondo su viale Crispi e sulle minacce a Giovine

hanno aderito al partito. «Quella clausola – prosegue Donazzan – era del resto una aberrazion­e della Costituzio­ne e della libertà di pensiero. La maggioranz­a ha chiesto all’assessore Giovine di toglierla, per le imprese. Una amministra­zione di centrodest­ra avrebbe dovuto farlo il primo giorno. Serve una pacificazi­one nazionale: non è possibile che si parli ancora di manifestaz­ioni antifascis­te, chi lo fa è fuori dal tempo». Sull’episodio alla sede Cobas, Donazzan afferma che «è il caso che si indaghi a fondo, perché vengano trovati i veri responsabi­li. Come è necessario che si vada a fondo nelle indagini sulle vergognose minacce subite da Giovine: siamo una democrazia, i colpevoli vanno assicurati alla giustizia».

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Viale Crispi La molotov artigianal­e

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