Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Attacco incendiario, doppia pista Digos
Vicenza, potrebbe essere opera di un balordo o avere motivazioni politiche
VICENZA Lo striscione dato alle fiamme nella notte, la pensilina in parte bruciata e quella bottiglia incendiaria con l’aquila e la scritta «Boia chi molla» per gli investigatori della Digos potrebbero essere opera di un balordo. Ma gli agenti della questura non possono escludere che il danneggiamento scoperto venerdì alla sede del sindacato di base Adl Cobas e dell’associazione Caracol Olol Jackson in viale Crispi possa essere stato anche un gesto politico.
VICENZA Lo striscione dato alle fiamme nella notte, la pensilina in parte bruciata e quella bottiglia incendiaria (che però non avrebbe potuto esplosa) con l’aquila e la scritta «Boia chi molla» per gli investigatori della Digos potrebbero essere opera di un balordo. Ma gli agenti della questura non possono escludere che il danneggiamento scoperto venerdì alla sede del sindaca todi base A dl Co base dell’ associ azione Cara col OlolJacks on inviale Cri spi possa esse restato anche un gesto voluto per indirizzare l’opinione pubblica e la politica, in giorni già delicati. Dovuti alla cancellazione dal regolamento comunale dell’ auto dichiarazione di antifascismo, con l’assessore alle Attività Produttive Silvio Giovine che è stato oggetto di minacce via Facebook.
I detective della Digos stanno vagliando le telecamere della zona( nel palazzo interessato però non ci sono sistemi divide o sorveglianza ), le testimonianze dei residenti e i rilievi della scientifica che potrebbero aver isolato impronte o tracce utili. E a insospettire è anche quella scritta «Boia chi molla», un’espressione inusuale nel Nordest, propria dei gruppi di estrema destra.
«Bisogna rasserenare il clima che c’è in questi giorni in città. L’ordinanza che ha eliminato la “clausola antifascista” dal regolamento comunale è stata presa in un momento di urgenza e difficoltà a favore di commercianti e negozi». A toccare il tema ieri mattina l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, a margine di un incontro a Vicenza con il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Luca De Carlo e alcuni degli amministratori della provincia che
” Donazzan Si vada a fondo su viale Crispi e sulle minacce a Giovine
hanno aderito al partito. «Quella clausola – prosegue Donazzan – era del resto una aberrazione della Costituzione e della libertà di pensiero. La maggioranza ha chiesto all’assessore Giovine di toglierla, per le imprese. Una amministrazione di centrodestra avrebbe dovuto farlo il primo giorno. Serve una pacificazione nazionale: non è possibile che si parli ancora di manifestazioni antifasciste, chi lo fa è fuori dal tempo». Sull’episodio alla sede Cobas, Donazzan afferma che «è il caso che si indaghi a fondo, perché vengano trovati i veri responsabili. Come è necessario che si vada a fondo nelle indagini sulle vergognose minacce subite da Giovine: siamo una democrazia, i colpevoli vanno assicurati alla giustizia».