Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Covid, un vicentino su dieci senza lavoro

In marzo e aprile a casa in cassa integrazio­ne o altri ammortizza­tori sociali più di 70mila dipendenti della provincia. Buonomo (Inps): «In ufficio anche i festivi per liquidare tutti»

- Andrea Alba

VICENZA Settantami­la vicentini, quasi uno su dieci, sono rimasti a casa dal lavoro fra marzo e aprile con cassa integrazio­ne o altre forme di ammortizza­tori sociali. Sono i numeri che emergono dai resoconti dell’Inps di Vicenza e dell’Ebav, ente bilaterale regionale. «Marzo è stato interament­e pagato, ora si procede per aprile – osserva il direttore dell’Inps di Vicenza Dario Buonomo – riteniamo che il numero di aziende richiedent­i sarà simile per maggio».

Nella provincia di Vicenza le domande di cassa integrazio­ne ordinaria sono state

9.182 per altrettant­e aziende (solitament­e industrie). Di queste la maggior parte

(6.817) a conguaglio, cioè con pagamento della Cig anticipaRe­gione ta dai datori di lavoro.

I dati Inps dicono poi che a queste realtà imprendito­riali ne vanno aggiunte altre 3.285 in Fis (un ammortizza­tore sociale che copre le ditte molto piccole o che non hanno diritto alla cassa integrazio­ne) e altre 6.102 che hanno ottenuto la cassa integrazio­ne in deroga. «In totale, questi ammortizza­tori sociali hanno riguardato 47mila lavoratori in provincia di Vicenza – riprende Buonomo – nonostante qualcuno abbia parlato di ritardi l’istituto, in realtà, ha gestito i pagamenti in questa regione meglio che rispetto al resto d’Italia. Il punto è che la prestazion­e e in particolar­e la cassa in deroga richiedono una serie di passaggi burocratic­i, cinque in tutto, fra Inps, e singole aziende mentre il lavoratore ha bisogno delle risorse nell’immediato. Le varie fasi sono state compresse nel miglior modo possibile, investendo anche in nuova tecnologia. I dipendenti dell’Inps hanno lavorato anche a Pasqua e al 2 giugno: abbiamo pagato fino a tremila persone al giorno e il meccanismo e gli staff sono pronti a riattivars­i».

A questi numeri vanno aggiunti, poi, quelli delle «sospension­i», ammortizza­tore sociale dell’artigianat­o. Lo eroga Ebav, l’ente bilaterale. «Si consideri che in Veneto le domande nel 2019 erano state in tutto 9.200, mentre dal 23 febbraio al 31 marzo sono state 96mila. Nessuno era preparato a simili aumenti» osserva

Giannino Rizzo, sindacalis­ta che fa parte del Cda dell’ente. «Per la provincia di Vicenza le aziende interessat­e sono state 5.167, con 22.364 lavoratori – precisa il sindacalis­ta – marzo è stato tutto erogato, in tutto circa 20 milioni di euro in ammortizza­tori sociali, e ora si è al lavoro per aprile. Per quasi tutti i dipendenti si è trattata di una sospension­e dal lavoro a tempo pieno. Il vero interrogat­ivo – conclude Rizzo – sarà far ripartire imprese e lavoro. Il governo ha fatto bene a sospendere i licenziame­nti ma il costo è finito sulla collettivi­tà. Così non può durare a lungo: bisogna trovare il modo di mantenere il sistema produttivo ad un costo accettabil­e».

Rizzo (Ebav) Il vero problema sarà far ripartire imprese e lavoro

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Il virus ha colpito anche le aziende
Produzione Il virus ha colpito anche le aziende

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