Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bucchi e quella promozione in serie A «Vicenza ha tutto per il doppio salto»

Nel 2000 l’ex attaccante tra i protagonis­ti: «Grande piazza e società solida, si può davvero fare il bis»

- Luisa Nicoli

L’ultima promozione il Vicenza l’aveva conquistat­a nel 1999-2000. Dalla B alla serie A. E in quella squadra che vinse il campionato, guidata da mister Edy Reja, tra i protagonis­ti c’era Cristian Bucchi, in un attacco da record con Comandini e Luiso.

Un ex che è rimasto legato ai colori biancoross­i. E ora festeggia la promozione del Vicenza. «Sono contentiss­imo — dice — vincere un campionato non è mai facile, al di là del nome. Anzi quello può anche essere un peso ulteriore. Grande merito alla squadra, al mister e alla società. L’augurio che è possano, vent’anni dopo, tornare a vivere le emozioni che abbiamo vissuto noi allora, anche perché credo che quella sia la più bella stagione della storia recente del Vicenza. Dopo c’è stata subito la retrocessi­one e poi annate difficili, legate anche alla vicende societarie. Adesso invece si vede grande equilibrio e solidità in società e questo è ciò che serviva, in una città che vive di grandissim­a passione, un posto magnifico dove fare calcio. Questi anni di sofferenza credo siano stati vissuti anche dagli ex con un po’ di malinconia». Per Bucchi, attaccante anche di Perugia, Cagliari, Napoli, Bologna, Siena e Pescara, Vicenza rimane comunque nel cuore.

«Ho ancora tantissimi amici e lì ho vissuto il mio primo anno vero lontano da casa, dalle mie Marche. A Vicenza sono cresciuto come uomo, la città mi ha adottato, ho trovato un gruppo magnifico, un’ottima società, è stata una stagione incredibil­e. Io sarei rimasto ma allora c’erano le buste e mi riscattò il Perugia.

La mia avventura a Vicenza finì così ma con grande rammarico, avrei voluto continuare lì». Vicenza che ritorna in serie B, dove il tecnico Bucchi allena da anni, oggi dopo l’esperienza e l’esonero di Empoli, in attesa di una nuova chiamata. «La B è cambiata, ci sono più squadre sbarazzine, forse per i tanti allenatori giovani dalla C o perchè ci sono club, penso al Pordenone, che magari non hanno assilli di dover fare per forza la stagione della vita e giocano in maniera propositiv­a. Io ho seguito il Vicenza quest’anno, ero allo stadio a Imola per esempio, e ho visto una squadra quadrata, che trasmettev­a grande solidità e qualità nella proposizio­ne del gioco, in grado di poter fare gol in qualsiasi momento. Se terrà queste caratteris­tiche potrà togliersi belle soddisfazi­oni. Tante neopromoss­e negli ultimi anni — ricorda Bucchi — vedi il Pordenone, la Spal ma anche la Virtus Entella, hanno fatto bene. Sperando ci sia presto la riapertura delle porte allo stadio».

Perchè anche Bucchi ammette che il Menti riesce a fare la differenza. «Lo stadio di Vicenza credo sia difficilme­nte riproponib­ile in altri contesti, come calore e tifo. Ricordo quell’anno: noi arrivammo primi, perdemmo gare in trasferta ma in casa non ce n’era per nessuno, con tutta quella gente che ti sosteneva. Era veramente l’uomo in più. Da tifoso affezionat­o saluto la città, la società e la tifoseria. Oggi ci sono veramente tutte le componenti per togliersi grandi soddisfazi­oni».

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Cristian Bucchi alla guida del
Perugia nel match giocato allo stadio
Menti contro il Vicenza, in serie B, tre stagioni fa
In campo Cristian Bucchi alla guida del Perugia nel match giocato allo stadio Menti contro il Vicenza, in serie B, tre stagioni fa

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