Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Autonomia, i paletti degli alleati
Le condizioni del centrodestra alla Lega. Lollobrigida (FdI): firmiamo in cambio del presidenzialismo
VENEZIA Per il governatore Luca Zaia l’autonomia è «conditio sine qua non», per gli alleati però c’è un «do ut des». Fratelli d’Italia, con il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, si dice «favorevole alle autonomie ma con il contrappasso del presidenzialismo, garanzia di unità nazionale. E Brunetta (FI) spiega: «Noi ci siamo».
VENEZIA In politica, la regola aurea del «do ut des» vale sempre. E si conferma anche per l’autonomia (fin qui) mancata del Veneto. Certo, non è quel «nero su bianco» invocato dal governatore Luca Zaia soprattutto per la dimensione nazionale dell’alleanza del centrodestra, ma potrebbe essere la via più pragmatica per compiere il mandato referendario dell’ottobre 2017. Protagonista dello «scambio» è Fratelli d’Italia.
Il capogruppo dalla Camera, Francesco Lollobrigida, lo spiega così: «L’autonomia non ci ha mai visti contrari ma è anche vero che nulla è mai approdato in parlamento né con il governo giallo-verde, né con l’attuale. Resta un tema sensibile che va inquadrato. Servirà, appunto, un approfondimento parlamentare. Noi siamo favorevoli alle autonomie ma è importante che, negli accordi, ci sia anche un passaggio sul presidenzialismo».
Autonomia in cambio del presidenzialismo. Il cavallo di battaglia di FdI prevede l’elezione diretta del capo dello Stato, l’abolizione dei senatori a vita, un tetto alle tasse in Costituzione e la supremazia della Costituzione Italiana sulle norme europee. O, per dirla con Lollobrigida «un contrappeso che garantisca l’unità nazionale». Punto su cui, aggiunge il capogruppo a Montecitorio di FdI, «non credo Zaia avrà problemi». Il partito di Giorgia Meloni specifica che «dire presidenzialismo non significa statalismo o centralismo».
Un concetto ribadito anche da Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, deputato e coordinatore regionale del partito: «Il documento d’accordo del centrodestra non include solo l’autonomia, è più ampio. Include questioni importanti, dal presidenzialismo, battaglia che ci vede in prima linea, alla “norma anti inciucio” per evitare cambi di casacca post elettorali».
Intanto Zaia non si stanca di recitare il suo mantra: «Non c’è ancora una data del voto ed è motivo di imbarazzo per i cittadini. Non ho sentito alcun alleato in Veneto perché non mi sto occupando di campagna elettorale, ripeto, non c’è una data di voto. Ribadisco soltanto che l’autonomia è conditio sine qua non». Affermazione, quest’ultima, che viene abbracciata da De Carlo: «Il presidente fa bene. Mancano ancora tre mesi alle elezioni, non è ancora il momento della campagna. La gente non ha bisogno ora di vederlo alle prese con quisquilie elettorali di fronte a ciò che stiamo vivendo». Sulle «quisquilie», però, si scaldano i motori. Michele Zuin, suo omologo per Forza Italia, spiega che le liste degli azzurri saranno chiuse entro la prossima settimana «perché si deve dare il tempo ai candidati di fare campagna elettorale» aggiungendo che «sull’autonomia, siamo convintamente a favore, io questa la do come una cosa scontata. Di Zaia abbiamo sempre avuto stima e quindi sono lieto che l’alleanza si sia chiusa sia a livello nazionale che regionale. In Veneto siamo cresciuti come forza moderata durante il lockdown». Su tutti, il navigante di lungo corso, Renato Brunetta, pesa le parole e non lesina qualche garbata stoccata ai ritrovati alleati del Carroccio. Principalmente alla «Lega di Salvini» come la chiama (forse un lapsus?) in antitesi alla «Lega di Zaia». Ma il diretto interessato smentisce con costanza quest’interpretazione. «Certo, se la Lega a Roma avesse puntato i piedi a suo tempo, quand’era al governo - spiega Brunetta ora l’autonomia il Veneto ce l’avrebbe da un anno e mezzo. Evidentemente c’erano problemi col Movimento 5 Stelle...ma Zaia non può che prendersela con l’inutile anno abbondante di governo Lega5s. Detto questo, il governatore ha ragione a insistere sul tema dell’autonomia che è cruciale anche alla luce di ciò che è successo negli ultimi mesi. L’autonomia è attuale e lo sarà anche in futuro. L’adesione di Fi è scontata, ricordo che quello votato al referendum fu il nostro quesito, preferito a quello più “indipendentista” della Lega». Resta il punto di domanda sull’adesione ben più tiepida di FdI, quanto meno a Roma. «Il nostro è un centrodestra plurale, - filosofeggia Brunetta - con la Lega veneta che parla la nostra lingua su Ue, Mes ed euro non ci sono problemi siamo d’accordo mentre su questi temi con la Lega di Salvini molto meno. Lasciamo la libertà di pensarla diversamente a FdI, il tema si porrà quando torneremo al governo».
Francesco Lollobrigida (FdI)
Nessun testo sull’autonomia è mai approdato in parlamento dove servirà un approfondimento. Oltre all’autonomia c’è il presidenzialismo, garanzia di unità nazionale
Renato Brunetta (FI)
Se la Lega di Salvini avesse puntato i piedi quand’era al governo, l’autonomia per il Veneto ci sarebbe già da un anno e mezzo, resta un tema cruciale
Luca De Carlo (FdI)
Zaia fa bene a non occuparsi di elezioni. In questo momento i problemi sono ben altri. Sull’autonomia noi saremo leali e coerenti, così fa politica FdI