Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rasarono baby nuotatori, nuovo processo: prosciolti
La Corte d’Appello aveva annullato sentenza di primo grado. Ora tutto in prescrizione
VICENZA Giovani atleti sottoposti al rito «iniziatico» della rasatura dei capelli prima della gara in vasca, in Svizzera. Era marzo 2016 quando furono condannati i due nuotatori più anziani, a un mese di reclusione ciascuno. Non però per il reato di abuso di mezzi di correzione ma, a sorpresa, alla lettura del verdetto, per violenza privata.
A distanza di quattro anni il tribunale di Vicenza ha pronunciato sentenza di non dover procedere per estinzione del reato vista l’intervenuta prescrizione. È infatti trascorso troppo tempo (i fatti contestati erano del maggio 2012) e così sono cadute le accuse per Giulia Ponzio, 29 anni, residente in città, difesa dall’avvocato Michele Grigenti, ed Enrico Giacomin, 28 anni, anche lui del capoluogo, assistito dagli avvocati Daniele Accebbi e Riccardo Todesco.
Le difese avevano impugnato la sentenza di primo grado ed erano ricorse in Appello venendosi accogliere le eccezioni sollevate.
I legali infatti contestavano il fatto che il giudice Barbara Maria Trenti avesse cambiato il reato (da abuso di mezzi di correzione a violenza privata) dopo l’istruttoria, in violazione del principio di correlazione tra difesa e imputazione. Così come riconosciuto dalla Corte di Appello di Venezia che ha annullato la sentenza di condanna. Di qui il nuovo processo - chiusosi appunto con la sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione - per i due nuotatori più grandi che la sera prima della gara avevano rasato un undicenne disegnandogli una croce sul cranio.
L’amichetto invece era riuscito ad evitare la tosatura solo perchè era scappato via, sconvolto, e aveva chiamato i genitori al telefono. Ponzio e Giacomin avevano comunque già risarcito i due minorenni e le rispettive famiglie.