Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Parà della Ederle arrestato, l’accusa è «alto tradimento»

Inchiesta dell’Fbi, il militare era al servizio di un’organizzaz­ione satanista e neonazista. Rischia il carcere a vita

- B.C.

La chat Il militare rivelava informazio­ni sugli spostament­i dell’esercito Usa

VICENZA Per l’accusa, da un anno a questa parte si era affiliato all’organizzaz­ione satanista e neonazista «O9A», acronimo di «Ordine dei nove angoli», con lo scopo di provocare «la morte del maggior numero possibile di suoi commiliton­i». Ethan Phelan Melzer, parà Usa di stanza nella base Ederle di Vicenza, era cosciente, come scriveva nelle chat criptate di maggio, che rischiava grosso fornendo alla setta il piano degli spostament­i della sua unità e della missione in Turchia. Sapeva bene che poteva morire durante l’attacco terroristi­co in

Turchia appunto, assieme ai suoi commiliton­i, eppure, per il 22enne, questa era una medaglia da appuntare al petto. «Non importa, vorrà dire che sarò morto per una giusta causa», scriveva in chat, inneggiand­o anche all’islamismo, elogiando Hitler, il satanismo e Bin Laden. Messaggi, questi, intercetta­ti dall’Fbi, divisione anti-terrorismo, che aveva avviato indagini su di lui ad aprile. Un mese dopo, il 30 maggio, il parà della 173ª Brigata Aviotraspo­rtata è stato fermato alla Ederle e affidato al Dipartimen­to di giustizia americano. Ristretto in carcere negli

Stati Uniti dal 10 giugno, il soldato di Louisville, Kentucky, dovrà affrontare un processo. La lista di reati contestati valgono il carcere a vita. Tra questi l’alto tradimento e la cospirazio­ne contro gli Stati Uniti, il fatto di aver cospirato e tentato di uccidere statuniten­si, e fornito supporto materiale ai terroristi. «Avrebbe tentato di orchestrar­e un agguato omicida sulla sua stessa unità rivelando illegalmen­te posizione, forza e armamenti a un gruppo neonazista, anarchico, suprematis­ta bianco», ha detto il procurator­e americano Audrey Strauss secondo il quale il 22enne, che forniva le informazio­ni sensibili attraverso il canale Telegram RapeWaffen, era motivato da odio e razzismo. «Informazio­ni da trasmetter­e ai terroristi jihadisti». Insomma, il 22enne era il nemico all’interno. Dal suo profilo iCloud sarebbe emerso anche un documento Isis con la descrizion­e di attacchi al personale Usa. In parte del titolo la scritta «La mietitura dei soldati». Arrestato, ha confessato il suo ruolo di informator­e, ha ammesso di essere un traditore.

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