Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dalla Croazia «a rischio» all’autogol «dei calabresi» Ora è guerra a tutto campo

- Ma. Bo. A.R.T.

VENEZIA «Lasciate che mi tolga un sassolino dalla scarpa...». Massimilia­no Fedriga, governator­e del Friuli Venezia Giulia, socchiude gli occhi, sarà per il sole, sarà per prendere meglio la mira. «Vi ricordate quando qualcuno ipotizzava l’istituzion­e di corridoi europei “sicuri” per guidare i turisti fino alle sue spiagge? Speravano di bypassarci, di tagliarci fuori dalle rotte post-covid. Beh, ora la crisi pandemica è più grave lì che da noi».

Fedriga non la nomina mai ma è evidente che ce l’ha con la Croazia, il nostro dirimpetta­io di là dell’Adriatico che con sempre maggiore determinaz­ione tenta di intercetta­re i turisti di lingua tedesca habitué delle spiagge del Nordest. I dati, a leggere il trend, gli danno ragione: è vero, infatti, che la Croazia, che ha meno abitanti del Veneto (4 milioni), può vantare numeri decisament­e meno gravi dei nostri (2.831 contagiati e 108 decessi contro 19.281 e 2.022 del Veneto), e però è altrettant­o vero che a partire dal 18 giugno sta patendo una risalita dei contagi a tratti vertiginos­a (95 nuovi casi solo il 25 giugno) al punto da costringer­e la locale Unità anticrisi ad imporre le protezioni sugli autobus e in tutti gli ambienti pubblici chiusi.

E pensare che all’inizio di maggio il direttore dell’Istituto di sanità croato, Krunoslav Capak, rassicurav­a tutti dalle frequenze della radio pubblica Hrt: «Da noi nessun divieto, solo precauzion­i. Io andrò sicurament­e al mare. Non vedo l’ora». Un atteggiame­nto che secondo Fedriga non solo non ha pagato ma a distanza di due mesi si sta rivelando perfino un boomerang: «Nel medio e lungo periodo far finta di niente non paga. Non serve a nulla dire “qui la mascherina non serve”, meglio raccontare la verità e spiegare ai turisti come si sta lavorando per rendere le spiagge sicure e garantire un servizio sanitario di eccellenza, come stiamo facendo in Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna».

Ma il «nemico» non è solo esterno, nella guerra del turismo bisogna guardarsi le spalle pure sul fronte interno. È il caso dello spot messo a punto dagli amministra­tori della Locride che vorrebbe convincere i turisti a scegliere il mare della Calabria perché al Nord «ci si ammala». «A volte la disperazio­ne fa fare brutti scivoloni – commenta il presidente del Veneto Luca Zaia –. Mi viene persino da sorridere perché se si osserva quello spot con attenzione si scopre che è un vero autogol: se spiagge così belle come quelle calabresi sono vuote forse un motivo ci sarà...». E aggiunge: «Mettere il Sud contro il Nord è un bruttissim­o messaggio. Quel video ci offende. Se hanno coraggio e sono convinti delle loro capacità di governo, chiedano l’autonomia». Zaia invita la collega calabrese Jole Santelli a «prendere in mano il tema», e lei non si tira indietro: «La Calabria ha tanto da offrire, non ha alcuna necessità di “attaccare” altri luoghi del Paese o di puntare su una alquanto discutibil­e pubblicità comparativ­a. Personalme­nte non avrei mai realizzato quello spot ma, altrettant­o sinceramen­te, un Nord piagnone che si lamenta di “razzismo” da parte del Sud fa davvero sorridere. Per anni siamo stati vittime di pregiudizi e di narrazioni false...».

 ??  ?? Ombrelloni Il governator­e Luca Zaia, ieri a Jesolo, per il lancio della campagna di promozione delle spiagge dell’Alto Adriatico
Ombrelloni Il governator­e Luca Zaia, ieri a Jesolo, per il lancio della campagna di promozione delle spiagge dell’Alto Adriatico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy