Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Via al Pride:, folla, balli e polemiche
Assembramenti all’apertura, bufera sul web Il sindaco Giordani: «Serve prudenza»
C’era forse da aspettarselo. Fa subito discutere l’edizione 2020 del Pride Village di Padova, rimasta in forse fino all’ultimo proprio a causa dell’emergenza coronavirus. La manifestazione dell’orgoglio omosessuale, ospitata come sempre all’interno della Fiera di via Tommaseo, ha preso il via l’altra sera, alla presenza del deputato cittadino del Pd, Alessandro Zan (titolare della «Be Proud Srl», ovvero la società organizzatrice dell’evento), e dell’ex onorevole di Rifondazione Comunista, Vladimir Luxuria.
E tra i padiglioni del quartiere espositivo nella zona est del capoluogo, evidentemente desiderose di fare un po’ di festa dopo il lungo periodo di «lockdown», si sono presto riversate migliaia di persone, che fino a tarda notte hanno cantato, danzato e bevuto qualche bicchiere in compagnia. Ma a fare notizia, inevitabilmente, sono stati alcuni video pubblicati sui social già dalle prime ore di ieri mattina. Video, girati con lo smartphone da alcuni partecipanti alla serata inaugurale, in cui si vedono diversi gruppi di ragazzi che non indossano la mascherina mentre ballano uno «attaccato» all’altro, senza dunque rispettare il divieto di assembramento.
Tali immagini, rilanciate su Facebook soprattutto dagli esponenti del centrodestra padovano che siedono in Comune tra i banchi dell’opposizione, hanno immediatamente scatenato non poche polemiche. Se non altro perché, proprio ventiquattrore prima dell’inizio del Pride, la polizia municipale aveva nuovamente disposto la chiusura per cinque giorni del bar «Cento per Cento» all’angolo tra piazza dei Signori e via Dante (sanzionando inoltre il gestore Mauro Baldan con un’altra multa da 400 euro), in quanto i camerieri che prestavano servizio ai tavoli non portavano la mascherina in maniera corretta, tenendola semplicemente all’altezza della gola.
«Visto che martedì sera - ha osservato il consigliere comunale leghista Alain Luciani - i vigili urbani sono stati così lesti nello stangare per la seconda volta in un mese un locale del centro storico che sta faticosamente cercando di rialzare la testa dopo tre mesi di forzata inattività, mi auguro che adesso siano altrettanto lesti nel controllare e punieventuali comportamenti non a norma che avvengono al Pride. Anche perché la manifestazione, malgrado sia promossa da un soggetto privato, si svolge in un’area che è interamente di proprietà pubblica e con il patrocinio ufficiale del Comune. E poi ha aggiunto Luciani - spero che il sindaco Sergio Giordani, che è il primo responsabile della salute pubblica in città, condanni in modo inequivocabile le immagini di quei video».
Immediata, intanto, la replica degli organizzatori: «La complessità di un evento come il Pride e la gestione di un grande spazio come la Fiera non possono essere condensate nei pochi secondi dei video che alcuni esponenti politici hanno fatto girare sui social con il chiaro e strumentale obiettivo di agitare paure ingiustificate. Il Pride - hanno proseguito - rispetta infatti tutte le linee guida emanate dalla Regione per lo svolgimento di questo genere di manifestazioni. Tanto che, all’ingresso, viene misurata la temperatura a tutte le persone, compresi i lavoratori, i volontari e l’intero staff. Inoltre, proprio nella serata inaugurale di mercoledì, abbiamo più volte interrotto la musica per ricordare a tutti i frequentatori di indossare la mascherina e di mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro».
Ma ecco, netto quanto basta, il commento del sindaco Giordani: «Al di là di certe strumentalizzazioni politiche che mi fanno davvero pena ha scandito il primo cittadino - mi risulta che il Pride sia stato autorizzato in base alle direttive regionali del governatore Luca Zaia. Direttive di cui, peraltro, condivido in toto sia lo spirito che il pragmatismo. Ricordato questo, stiamo parlando di una manifestazione che, ormai da tredici estati, rende Padova viva e vivace in maniera positiva. Ma è chiaro che quest’estate sia molto diversa da tutte quelle passate. E dunque non posso non invitare gli organizzatori alla massima prudenza, magari immaginando forme innovative per garantire un divertimento responsabile e sicuro. Infatti - ha concluso Giordani - in particolare negli eventi come quello del Pride, è appunto decisiva la responsabilità personale da parte di tutti ed è assolutamente necessario che ognuno capisca che siamo in una fase molto delicata, in cui bisogna mantenere comportamenti corretti e in linea con le norme decise dalle autorità sanitarie».
Luciani
Mi auguro che i vigili tanto pronti a multare i bar del centro intervengano
La società
Pochi secondi di un video sono stati commentati fuori contesto