Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Parco della Pace, già realizzato un terzo del progetto. E non ci sarà la pista di volo
Il cantiere è al centro di video promozionali di una azienda (con Rucco)
VICENZA Ad entrarci, il colpo d’occhio è quello di una grande cantiere aperto. Una distesa di terra, le impronte lasciate da ruspe e camion in ogni punto, impalcature allestite per la sistemazione degli edifici e le aree destinate ad ospitare l’acqua ancora all’asciutto. Tuttavia, i lavori per il Parco della Pace avanzano di giorno in giorno. Un terzo della maxi-opera è già realizzata e l’apertura di quello che diventerà il più grande polmone verde della città è prevista all’incirca tra un anno: «Puntiamo a riaprire la prossima estate – dichiara il sindaco Francesco Rucco, ieri in sopralluogo al cantiere – anche se i tre mesi di stop del cantiere a causa dell’emergenza sanitaria hanno inciso sulla tabella di marcia». Il Comune non esclude che da qui alla prossima primavera non si possano organizzare delle aperture «limitate» nel tempo ma soprattutto negli spazi, consentendo ai vicentini di camminare sull’erba di una parte del parco a cantiere ancora attivo.
Di certo, in quel momento non ci saranno le ruspe, che entro la fine di agosto lasceranno l’area dell’ex-aeroporto Dal Molin. Nel giro di sessanta giorni è infatti prevista la fine della fase di movimento terra che è ripresa dopo il lockdown, che per dimensioni e per quantità di terreno smosso è tra le più grandi attive a livello internazionale. Basta pensare che persino una delle aziende leader nel settore dei macchinari per il movimento terra ha scelto proprio il cantiere del Parco della Pace per realizzare video e immagini promozionali, coinvolgendo pure il sindaco Rucco. Video a parte, però, come detto il cantiere avanza. Finora sono stati realizzati ottomila metri quadrati di viabilità primaria e secondaria sui 20 mila totali previsti a progetto, ma anche 8 chilometri di tubazioni (su 20), rimossi 5 chilometri di filo spinato del vecchio aeroporto e allestiti 10 mila metri quadrati di superficie a parcheggio, oltre alla bonifica bellica eseguita negli anni scorsi. Nel complesso, il 35% dei lavori è completato, anche se secondo il direttore tecnico del cantiere, Diego Ciocala, «in alcuni punti siamo già all’80% dell’opera realizzata». Un esempio: la stradina che attraversa il parco il cui utilizzo è stato concesso anche al personale militare americano – nei casi di emergenza – è quasi ultimata. Poi ci sono i 12 laghetti che arricchiscono i 650 mila metri quadrati di parco già scavati e perimetrati, tra cui quello più grande dove si potranno svolgere anche le esercitazioni di protezione civile. Questo nella parte sud, mentre a nord del parco si lavorerà, nelle prossime settimane, sulla realizzazione dell’area sportiva, dove sorgerà anche una nuova struttura: «Stiamo pensando a realizzare una tensostruttura – annuncia Rucco – che prevediamo più ampia di quelle tradizionali, per ospitare i campi di diverse discipline, oppure un unico campo multidisciplinare, ma anche con spalti e spogliatoi annessi». Non ci sarà spazio invece per il ripristino della pista di volo, pallino dell’ex-assessore Claudio Cicero: la porzione di pista rimasta ospiterà eventi e concerti.
Rucco Puntiamo ad aprire la prossima estate e stiamo pensando a una tensostruttura per le attività sportive