Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dacca-Roma, cinque contagiati

Si moltiplica­no i casi di lavoratori stranieri che tornano in Veneto dopo un periodo in patria e risultano positivi al Covid-19. Mediatore culturale con il Covid a Mira, 23 immigrati in isolamento

- Di Matteo Riberto

Un volo fra Dacca e Roma in cui il Covid si è diffuso, fra i contagiati anche 5 stagionali diretti in Veneto.

VENEZIA Sono atterrati con un volo interconti­nentale a Roma per poi spostarsi a Jesolo e in altri comuni del litorale per lavorare per la stagione. Ma i tamponi hanno confermato la loro positività al coronaviru­s e ora si trovano in isolamento domiciliar­e.

Si tratta di cinque cittadini bengalesi di cui tre domiciliat­i a Jesolo, uno a Cavallino e uno sul litorale – ma in quarantena preventiva ce ne sono altri cinque, della stessa nazionalit­à, sparsi tra i comuni del litorale del Veneto Orientale. Erano tutti in un volo provenient­e da Dacca (Bangladesh) e atterrato a Roma una decina di giorni fa. Proprio in aereo è scoppiato il focolaio. Alcuni passeggeri, al momento della discesa, sono infatti stati subito intercetta­ti dalle autorità sanitarie aeroportua­li: presentava­no gli ormai noti sintomi del Covid-19 che hanno fatto scattare gli accertamen­ti e i tamponi. Esami che hanno dato esito positivo e che hanno quindi attivato le indagini epidemiolo­giche dando il là alle operazioni di contact tracing (la ricostruzi­one dei contatti diretti con i quali erano entrati in contatto).

L’indagine si è ovviamente concentrat­a sui passeggeri del volo e ha coinvolto diverse regioni d’Italia perché l’aereo ospitava molti lavoratori bengalesi di rientro per la stagione, diretti quindi in alcune delle maggiori località turistiche dello Stivale. Tra questi, una decina era già arrivata nei comuni del litorale del Veneto Orientale. «Fortunatam­ente le indagini sono state rapidissim­e – spiega il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia – e le tre persone positive presenti nel nostro comune, da quello che so lavoratori in procinto di prestare servizio nelle cucine di alcune strutture, sono state individuat­e subito dalla nostra azienda sanitaria. Ora sono in quarantena presso il loro domicilio e sono state anche avvisate le forze dell’ordine per verificare che rispettino la quarantena rimanendo a casa». Ma il problema del «virus d’importazio­ne» persone positive che arrivano in Italia da paesi esteri non riguarda solo Jesolo e il litorale. Dei tredici nuovi casi di contagio registrati ieri in Veneto – oltre ai cinque bengalesi – altri cinque sono persone straniere, tra le quali una moldava, una nigeriana e due romene. Non solo, anche nella giornata di domenica erano stati scovati sei stranieri positivi, quasi tutti di rientro dai loro paesi d’origine che in molti casi sono ancora in piena emergenza.

Proprio per questo, Zaia ha emanato ieri un’ordinanza che prevede controlli serrati per chi arriva in Veneto da paesi considerat­i a rischio. Anche perché nei prossimi mesi i rientri potrebbero aumentare. «Nelle ultime settimane nel veneziano sono rientrate alcune centinaia di mie connaziona­li – spiega Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese veneziana – ma ad agosto torneranno in migliaia: tutti quelli che sono andati in Bangladesh prima del lockdown e che quindi rientreran­no prima che scadano i sei mesi di permanenza all’estero consentiti dal permesso di soggiorno».

Se l’attenzione sui «virus d’importazio­ne» è alta, i contagi non riguardano però solo gli stranieri. Sabato è risultato positivo un mediatore culturale che, residente a Padova, lavora nel centro di accoglienz­a Ostello a Colori di Mira (Venezia). «L’operatore non è stato all’estero in questo periodo: ci ha comunicato la sua positività sabato – spiega Maurizio Trabuio, presidente della coop Città Solare che gestisce il centro – abbiamo messo in isolamento tutti i 23 ospiti della nostra struttura. Hanno comunque già fatto tutti il tampone e sono tutti negativi. Siamo invece in attesa dell’esito degli esami sui due colleghi con i quali è entrato in contatto il nostro operatore».

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La cerimonia di intitolazi­one del lungomare a Bebe Vio

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