Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Aree di pregio, stop alle costruzioni
Variante urbanistica del Comune di Vicenza per bloccare nuovi interventi
VICENZA Si scrive «Variante per la tutela del sistema ambientale» ma si legge (anche) stop a nuove costruzioni in alcune zone di pregio della città. Il Comune affila le armi in materia di urbanistica per scongiurare nuovi interventi edilizi in tre aree del capoluogo e più precisamente alla Gogna , nell’area di origine alluvionale attorno al fiume Astichello e nell’ambito del Bacchiglione a sud della base militare americana Del Din e del costruendo Parco della Pace.
Si scrive «Variante per
VICENZA la tutela del sistema ambientale» ma si legge (anche) stop a nuove costruzioni in alcune zone di pregio della città. Il Comune affila le armi in materia di urbanistica per scongiurare nuovi interventi edilizi in tre aree del capoluogo e più precisamente alla Gogna sulle pendici di Monte Berico, nell’area di origine alluvionale attorno al fiume Astichello e nell’ambito del Bacchiglione a sud della base militare americana Del Din e del costruendo
Parco della Pace. Si tratta di una superficie notevole, pari a quasi 140 ettari, come a dire circa 140 campi da calcio. Tutte «zone di riqualificazione e miglioramento ambientale» (o Frm) e dove con le nuove norme previste dall’amministrazione non si potranno più permettere nuovi interventi edilizi. Tradotto: niente più case o nuovi edifici, nemmeno sfruttando le potenzialità edificatorie del piano-casa della Regione.
«Si ritiene che tali zone – recita il testo della delibera approvata dalla Giunta – meritino di essere maggiormente preservate e tutelate in quanto aventi un ruolo fondamentale nella costruzione della rete ecologica comunale, per la loro stretta correlazione con i corridoi ecologici primari e gli ambiti di connessione naturalistica come zone pedecollinari e fasce fluviali». La variante presentata dall’assessore all’Urbanistica, Marco Lunardi, dovrà passare al vaglio delle commissioni consiliari e del dopo voto in consiglio comunale, prima per l’adozione del testo e quindi, dopo la fase di recepimento delle osservazioni, per l’approvazione. «Solo da quel momento non si potranno più concedere titoli edificatori in quelle aree – spiega Lunardi – mentre per i diritti acquisiti non ci saranno ostacoli». Resta da capire come si comporterà Palazzo Trissino nel caso in cui il titolare di un permesso a costruire non abbia avviato i lavori entro la data di approvazione della variante, con il rischio di vedersi bloccato l’iter. Ci hanno dipinto come l’amministrazione del cemento – commenta l’assessore – ma questo e altri provvedimenti già attuati dimostrano che non è vero».
In ogni caso, oltre alla parte relativa alle aree Frm la variante del Comune prevede anche altre misure. Anzitutto una nuova definizione urbanistica di tre zone descritte come «boschi urbani» e cioè l’area del bosco in località Carpaneda, lungo la roggia Dioma, il bosco in località Ponte del Quarelo a sud del fiume Retrone e il parco di villa Guiccioli a Monte Berico: in tutto 17 ettari che da aree agricole passeranno a «aree per spazi pubblici a parco e per il gioco e lo sport». «In questo modo – spiega Lunardi
– non saremo più soggetti al complesso iter di approvazione di una variante urbanistica per un qualsiasi intervento in quelle aree. Penso alle previsioni per l’installazione di nuovi parchi gioco o di piste ciclabili, che ora potranno essere velocizzate».
Infine, la parte della variante relativa alla «Rete ecologica comunale», cioè la fascia di terreno adiacente ai corsi d’acqua: qui l’amministrazione ha rafforzato «le cautele che si dovranno attuare negli interventi edilizi e di trasformazione del suolo affinché vengano conservate le peculiarità delle aree». Un esempio banale, forse, ma significativo: una recinzione, in quella zona, dovrà essere disegnata in modo da non ostacolare il transito della piccola fauna.
Verde e acqua Regole più stringenti anche per i boschi urbani ei terreni che costeggiano i fiumi
” Lunardi Ci hanno dipinto come l’amministrazione del cemento ma stiamo dimostrando che non è vero