Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Authority e direttore per la gestione

Struttura collegiale per le decisioni anche sulla laguna e una persona per premere il pulsante e alzare le dighe Il Consorzio sarà liquidato

- F. B. – A. Zo.

VENEZIA A gestire il Mose sarà una struttura con Comune, Città metropolit­ana, Regione, Autorità portuale e Capitaneri­a di Porto, oltre ai ministeri competenti e al Magistrato alle Acque, che verrà ricostitui­to. A farla nascere sarà il decreto legge «Semplifica­zioni», mentre un successivo Dpcm dovrebbe stabilire un direttore che avrà il compito di premere il «pulsante rosso». Nel giorno in cui si sono alzate tutte le paratoie del Mose, il governo ha svelato i propri piani sulla governance dell’opera, tema sospeso da anni: sarà questione di qualche settimana, il tempo di convertire il decreto.

Avevano ipotizzato di chiamarla «Agenzia per Venezia» (ma pare che il nome non piaccia più) e ci saranno tutte le autorità competenti, dagli enti locali ai ministeri, a prendere le decisioni non solo sulle dighe mobili, ma anche sull’intera laguna. L’intenzione è quella di creare una «struttura articolata e composita», per usare le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che «presiederà alla manutenzio­ne, al funzioname­nto concreto e anche ovviamente all’approvvigi­onamento finanziari­o del sistema». Le cifre in ballo sono enormi: si parla di 80-100 milioni di euro l’anno, sebbene il supercommi­ssario Elisabetta Spitz avesse detto qualche mese fa che si stava lavorando per ridurli. «E’ un’opera che richiede una manutenzio­ne impegnativ­a - ha ammesso Conte - il finanziame­nto dovrà essere costante». «Vanno garantite la manutenzio­ne e la tutela dell’ambiente», ha aggiunto Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario all’Economia.

” Martella Venezia ha bisogno di un nuovo organismo su Mose e laguna. La salvaguard­ia non è solo dighe

A sollevare per primo il tema era stato il governator­e Luca Zaia, che si era spinto in un inatteso endorsemen­t nei confronti del sindaco Luigi Brugnaro, che da anni chiede l'unificazio­ne di poteri e competenze sulla laguna. «Se il premier vuole fare un dono al Venezia ripristini il Magistrato alle Acque, che esisteva dal 1500 e che Matteo Renzi, qualche giorno dopo il ciclone giudiziari­o del 2014, ha tolto aveva detto - e dia la gestione al Comune: se c’è acqua alta, la gestione deve essere del sindaco», Ma non sarà quello l’organismo che deciderà come e quando alzare il Mose. La parola d’ordine è collegiali­tà. «Con il Magistrato tutta la responsabi­lità sarebbe stata affidata a una singola persona«, ha sottolinea­to Conte. Per il fatidico «pulsante rosso» si sta facendo strada l’ipotesi di nominare un direttore su proposta del ministero delle Infrastrut­ture. «Venezia ha bisogno di un nuovo organismo di governo del Mose e della laguna, perché il test ha funzionato ma la salvaguard­ia non riguarda solo le dighe — sottolinea il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella — E’ chiaro che con questa prospettiv­a si va inevitabil­mente verso la liquidazio­ne del Consorzio Venezia Nuova».

A tracciare il futuro è stata De Micheli, dopo aver subito disinnesca­to una polemica sull’assenza dei commissari del Cvn al tavolo dei relatori. «Hanno parlato le istituzion­i», ha detto, ricordando che Francesco Ossola c’era e ha azionato le dighe (Giuseppe Fiengo invece aveva un impegno personale che lo ha tenuto a Roma). «Il Consorzio Venezia Nuova rimarrà commissari­ato finché non entrerà in vigore la norma - ha aggiunto De Micheli - Poi la legge determiner­à le modalità di trasferime­nto sia dell’oggetto della concession­e, che anche di tutto l’assetto del Cvn alla nuova struttura». Il problema è che tra Cvn e le partecipat­e Thetis (impresa di ingegneria) e Comar (il ramo, anch’esso commissari­ato, che ha gestito in questi anni le poche gare d’appalto del Mose obbligate dall’Ue) ci sono circa 250 dipendenti, che passerebbe­ro direttamen­te dal settore privato a quello pubblico senza concorso. La concession­e scadrebbe comunque il 31 dicembre 2021, data di consegna dell’opera finita.

Conte ha anche assicurato che saranno garantiti i soldi anche per gli ultimi cantieri. «Con un ulteriore sforzo finanziari­o l’opera sarà finita ha detto - così fa una politica responsabi­le».

” De Micheli La legge determiner­à come trasferire concession­e e dipendenti dal Cvn al nuovo soggetto

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Grandi Navi ieri in bacino di San Marco 4 Le paratoie viste da vicino (foto Vision e Global Project)
delle 1 La paratoie schiera di una Malamocco, delle bocche di porto del sistema di difesa dalle acque alte, sollevate alla presenza del premier Conte e di tre ministri: Lamorgese, De Micheli e D’Incà 2 e 3 La protesta dei No Mose - No Grandi Navi ieri in bacino di San Marco 4 Le paratoie viste da vicino (foto Vision e Global Project)
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