Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
A denunciarlo una sua sottoposta che ha parlato anche di molestie. La difesa nega: è un complotto
VICENZA Direttore delle Poste centrali di Vicenza, è finito a processo accusato di aver tenuto degli atteggiamenti «poco professionali» nei confronti di una collega sua sottoposta, che, esasperata «dalle frustranti attenzioni sessuali di cui veniva fatta oggetto», aveva presentato denuncia e chiesto il trasferimento in altri uffici. Ma nel corso del dibattimento le accuse nei confronti dell’imputato, Vincenzo Vozzolo, 57enne di Vicenza, sono andate sfumando e infatti ieri il sostituto procuratore Barbara De Munari ha chiesto per lui l’assoluzione. Nel 2016 lo stesso magistrato aveva sollecitato l’archiviazione del procedimento penale per stalking ma il giudice per le indagini preliminari Roberto Venditti aveva disposto l’imputazione coatta, non solo per gli atti persecutori ma anche le molestie a sfondo sessuale, con l’aggravante dovuta alla qualifica dell’imputato, quella di incaricato di pubblico ufficio, gerarchicamente superiore alla collega a cui avrebbe fatto delle avances. Collega che si è costituita parte civile per chiedere i danni che intende siano devoluti alla lega per la lotta contro i tumori. Ad assisterla l’avvocato Anna Zanini che aveva citato come responsabile civile Poste Italiane, chiamate quindi a pagare in caso di condanna.
La donna, nel novembre
2014, aveva presentato un esposto in procura, lamentando le «molestie verbali e fisiche» subite tra fine 2011 e giugno 2014 da parte dell’allora direttore delle Poste di Vicenza centro (dove è tornato con la stessa qualifica dopo aver ricoperto un incarico a Bassano): attenzioni imbarazzanti, toccamenti del tutto sgraditi, frasi con doppi sensi maliziosi stando alla versione della 54enne che non avrebbe più retto, che in un’occasione sarebbe anche stata vista uscire dal bagno piangendo da un collega, con la paura comunque di raccontare quanto le accadeva per non incorrere in eventuali ritorsioni sul piano professionale. Secondo le contestazioni formalizzate il
57enne non si sarebbe limitato agli apprezzamenti verbali «sgraditi» come «che bel seno che hai, fammelo toccare» o peggio all’invito a fare l’amore «così ti insegno io come si vive» ma sarebbe arrivato anche a fare delle carezze