Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Questo cuore è biancorosso Di Carlo era ed è il mio idolo»
L’ex Paolo Zanetti: è vero, sono stato a un soffio dalla panchina del Vicenza
«Sono veramente contento che il Vicenza sia in B. Per la piazza e la storia che ha. Ha vinto meritatamente il campionato. L’allenatore è riuscito a dare, oltre al gioco, anche un’anima diversa alla squadra». Paolo Zanetti, vicentino doc di Valdagno, nel Vicenza è cresciuto: settore giovanile, esordio in prima squadra in A nel 2001 e poi, lasciato il biancorosso nel 2003, un lunga carriera tra Empoli, Ascoli, Torino, Grosseto, Sorrento e Reggiana, dove ha iniziato ad allenare. Due anni sulla panchina del Sudtirol in Lega Pro e poi ad Ascoli, fino all’esonero di gennaio. «Gli anni delle giovanili a Vicenza sono stati bellissimi — ricorda Zanetti — sono arrivato negli esordienti B, la prima squadra era in C allenata da Ulivieri e in quei 10 anni, facendo anche il raccattapalle, ho vissuto tutta la scalata fino alla vittoria di Coppa Italia. Spero possa ripetersi. Ricordo l’entusiasmo e la fame di calcio di Vicenza. Mi auguro che la serie B sia una categoria di passaggio».
L’allenatore biancorosso Di Carlo ha parlato della possibilità di riaprire un ciclo, come allora. «Lui che li allena tutti i giorni può dirlo. Ha avuto un gruppo importante — continua Zanetti — dal punto di vista tecnico ma anche umano e morale. E questo fa la differenza». Paolo Zanetti lo scorso anno è stato vicino alla panchina del Vicenza. «Vero, ho avuto il piacere di conoscere i dirigenti della società. Poi sono state fatte scelte diverse, che hanno pagato perché la cosa importante era che il Vicenza vincesse il campionato. In futuro chissà, allenare il Vicenza per me è e rimarrà sempre un sogno. Ma in panchina c’è Di Carlo, il mio idolo. Lo è sempre stato. Un mito per la storia vicentina. Io giocavo centrocampista come lui e così com’era un idolo per la Curva, lo era anche per noi ragazzi delle giovanili. Come Viviani. Conservo ancora in camera il poster di Mimmo degli anni Novanta, spero che rimanga sulla panchina del Vicenza il più a lungo possibile».
E sulla prossima stagione in B, dopo aver allenato l’Ascoli tra i cadetti, Zanetti dice. «È un campionato difficile, chi ha puntato solo sull’aspetto tecnico ha fatto fatica. Serve un giusto mix di qualità e agonismo perchè si incontrano tante squadre che giocano senza fronzoli, c’è fisicità e quindi serve attenzione anche dal punto di vista caratteriale. Ci vogliono nervi saldi e soprattutto grande continuità». Zanetti ora attende una chiamata, dopo la rescissione di questi giorni con l’Ascoli. «Ascoli è stata un’esperienza importante dopo due anni a Bolzano, per misurarmi con una realtà diversa e molto più difficile. Abbiamo chiuso il girone di andata con la miglior media punti degli ultimi 10 anni. Poi però nel calcio gestire i momenti difficili è la parte più complicata, si rischia di mandare all’aria i progetti e cosi è stato. Quando c’è stata la possibilità di ritornare (richiamato dalla società, ndr) ho ritenuto chiuso quel progetto e ho preferito concentrarmi sul futuro. Qualche chiacchiera per la B c’è e sono contento degli attestati di stima ricevuti». E Vicenza? «Sono andato allo stadio per una vita. Poi sono tornato al Menti da avversario ma resto un tifoso. Seguo sempre il Vicenza, i risultati, le vicissitudini. È la squadra della mia città, tutta la mia famiglia tifa Vicenza».
” Conservo ancora in camera il poster di Mimmo negli anni ‘90, ha dato un’anima alla squadra
” Ascoli è stata una esperienza importante ma per me è chiusa. Qualche chiacchiera in B c’è