Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Contagi, il test dei 15mila veneti all’estero
Dalla Croazia alla Grecia, le stime del Ciset sul rientro dai Paesi a rischio. Il virologo: tamponi anche a chi arriva da altre aree
VENEZIA Secondo le stime del Ciset, il centro studi sull’economia turistica, potrebbero essere circa 15 mila i veneti che entro settembre torneranno da Croazia, Grecia, Spagna e Malta. Sulla base dei tamponi fatti negli aeroporti di Venezia e Verona, i contagi sono minimi, 6 totali da sabato ma, dice il professor Lippi, il rischio è nel virus d’importazione: «Vanno tamponati tutti, anche i francesi che arrivano». Caner: «Ci stiamo avvicinando allo screening di massa».
Lippi
Oltre il 50% dei nuovi focolai in Veneto arriva da fuori e sono ceppi violenti, mi preoccupa l’Est Europa, ma anche la Francia viaggia a 23.000 contagi al giorno. Servono tamponi per chiunque arrivi da fuori
” Caner
Io dico a tutti “andate in vacanza” ma quest’anno la vacanza fatela in Veneto dove le località turistiche sono sicure quanto le città e i paesi in cui viviamo, la Croazia voleva il corridoio ma ora...
Due decessi, un uomo del ‘24 in ospedale a Treviso e una donna del ‘27 in una Rsa di Mestre e 73 nuovi contagi. La base di qualsiasi ragionamento non può prescindere dal bollettino Covid quotidiano. Le domande, però, si moltiplicano. Perché di Covid-19 non ce n’è più uno solo, i ceppi sono diversi e allora il «virus d’importazione» con i vacanzieri assume rilevanza. Tant’è che negli aeroporti si continuano a far tamponi a chi rientra, in particolare dalle quattro mete d’elezione per il mare all’estero: Spagna, Grecia, Malta e Croazia con tanto di obbligo di autodenuncia. Al Marco Polo di Venezia, dal 15 agosto si è arrivati a quota 3.100 tamponi (il
58% da viaggiatori di rientro dalla Spagna, il 40% dalla Grecia e il
2% da Malta) con il risultato di 5 positivi. Al Catullo di Verona di tamponi ne sono stati fatti 1.153
(693 Spagna e 460 Grecia) con solo una positività rilevata a carico di un turista di ritorno da Ibiza. Numeri piccini ma che potrebbero aumentare (vanno aggiunti anche i tamponi obbligatori per chi torna appunto dalla Croazia) perché i veneti ancora oltre confine sono tanti, circa 15 mila secondo una stima elaborata dal Ciset, il centro studi dedicato all’economia turistica.
«A giugno non si è mosso quasi nessuno, a luglio qualcuno in più, nella prima metà di agosto c’è stato il botto - spiega Valeria Minghetti, ricercatrice senior del Ciset - poi il “caso” dei contagi da rientro che potrà forse far rallentare un po’ le partenze ma non le fermerà». Secondo i dati elaborati dal Ciset che partono da quelli dell’Istat (le ultime indagini sono di fine giugno), solo il 10% dichiarava che sarebbe andato all’estero quest’estate. Il 10% su 2,4 milioni di veneti che fanno vacanza fa 245 mila che normalmente andrebbero fuori Italia, il 70% durante l’estate. E si arriva quindi 171 mila. «Se ipotizziamo che circa un quarto (24%) abbia scelto Croazia, Grecia e Spagna (da dati Istat), - spiega Minghetti - possiamo presumere che circa 40 mila Veneti siano stati o andranno in questi paesi nell’estate
2020. Diciamo 10 mila a luglio,
20 mila ad agosto e 10 mila a settembre. Le variabili sono tante e imponderabili, da chi è in cassa integrazione a chi non ha più ferie, a chi, su settembre potendo ancora disdire magari rinuncerà. Calcolando i 10 mila che fanno ferie nella seconda metà di agosto e almeno 5 mila che non rinunceranno a settembre, potrebbero essere circa 15 mila i veneti che rientreranno da questi 4 paesi».
Numeri consistenti che confermano la campagna di tamponi a tappeto sui vacanzieri dei 4 Paesi di mare come adeguata. Giuseppe Lippi, direttore dell’Unità operativa complessa di Laboratorio analisi dell’Azienda ospedaliera scaligera, alza l’asticella: «Va tamponato chiunque torni da un qualunque paese straniero». «Io sarei molto drastico, - spiega Lippi - perché più 50% delle positività che abbiamo oggi vengono da fuori, abbiamo solo focolai importati. Sappiamo di dover fronteggiare un virus meno “cattivo” con una bassa carica virale e ceppi più aggressivi che arrivano, ad esempio, dall’Est Europa. Mi chiedo perché rischiare andando al mare in Croazia quando le nostre spiagge sono completamente sicure. Il “nostro” virus ormai ha cariche virali che troviamo dopo 25-30 amplificazioni, nelle settimane buie ne bastavano 6, vale a dire cariche virali bestiali. Di ceppi, nel mondo, a oggi se ne contano 7 e il rischio, viaggiando, di riportarci in casa un ceppo più aggressivo è concreto. Ripeto, mi preoccupano tantissimo i paesi dell’Est. L’unica difesa, e siamo ben attrezzati con i 32 mila tamponi potenziali voluti dal governatore Zaia, è fare tamponi a chiunque rientri. Perché alla Croazia sì che ha 50 contagi al giorno e a chi arriva dalla Francia no che ne ha 3.300 al giorno? Siamo stati forse la regione più lungimirante su questo fronte, dobbiamo continuare così per superare la fase di convivenza». Sposa questa linea Federico Caner, assessore regionale al Turismo: «Io dico “andate in vacanza” ma restate in Veneto dove le località sono sicure quanto le città in cui si vive che poi una battuta me la si concederà...la Croazia era quella che voleva il corridoio con la Germania perché era Covid free. Noi abbiamo il fenomeno sotto controllo ma è vero, ci si sta avviando verso i tamponi a tutti i turisti». Per ora c’è la possibilità, ad esempio per un turista francese, di chiedere un tampone alle strutture territoriali ma non c’è ancora l’obbligo. «Con l’uso dei tamponi rapidi - spiega Caner - si potrà arrivare, anche con una sostenibilità economica, ai tamponi di massa. Un nuovo lockdown non possiamo permettercelo».