Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mascherine e movida: zero multe
Obbligatoria sopra i sei anni anche a lezione, i presidi: «Se necessaria...». Docenti e bidelli: via allo screening
In classe dal 14 settembre, la data d’inizio resta quella. Gli alunni con più di sei anni, però, dovranno indossare la mascherina anche durante le lezioni. Così ha stabilito il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza virus, ieri riunito a Roma proprio sul tema della ripartenza scolastica. Un’altra riunione è in calendario il 29 agosto e «le disposizioni definitive verranno dopo la valutazione dei dati dell’epidemia vicino al momento della riapertura -spiega Fabio Cicignano, componente del Cts -. Oggi abbiamo parlato di tante cose. Bisogna far arrivare i banchi, vanno definite le procedure in caso di positività, cosa che capiterà, inutile dire il contrario. Poi c’è il tema dei test sierologici al personale didattico... Di mascherina non si è discusso ma quella già c’era: sopra i sei anni va messa, punto». Un decreto per cancellare un obbligo, ragiona il tecnico, si fa in un attimo: prima le cose «pesanti».
Il problema scuola, tra banchi (56mila) che arriveranno in ritardo e carenze di aule e docenti evidenziate ieri dal
Corriere del Veneto, resta dunque aperto. Questo sulla mascherina è quantomeno un passo indietro rispetto a quanto annunciato, alla vigilia di Ferragosto, dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «Va indossata nelle situazioni di movimento, ma se nelle aule si riesce a mantenere un metro di distanza, una volta seduto al banco, lo stustati dente può abbassare la mascherina». La decisione dei tecnici, va detto, non sorprende Paola Bortoletto. «L’indicazione era già nelle linee guida diffuse in precedenza», spiega la preside trevigiana di lungo corso, vice presidente dell’Andis, l’associazone dei dirigenti scolastici. «Per i bambini più piccoli può essere un problema; si muovono, possono spostare la mascherina, certo non stanno immobili per quattro ore. So che molti genitori sono contrari ma se l’alternativa è chiudere... I piccoli devono riprendere la scuola: questo è l’imperativo. Per i più grandi ci sono meno problemi ed è programmata la didattica digitale integrata...».
Diverso il sentire di Elena Donazzan: «É sbagliato, l’ho detto nelle riunioni tecniche regionali e lo ribadisco. Non è ammissibile costringere bambini e ragazzi a stare in classe con la mascherina per sei o anche otto ore, perché alcuni indirizzi prevedono il tempo pieno». L’assessore regionale all’Istruzione è durissima con il Comitato scientifico: «A fine luglio, i tecnici avevano parlato di un metro di distanza, indicato come inderogabile. Hanno fatto tre monitoraggi, per misurare le esigenze delle scuole, con domande, test... Poi, nell’ultimo comitato tecnico scientifico, questa distanza è diventata improvvisamente derogabile. Ecco, si sono resi conto di non riuscire a garantire le distanze, sono andati troppo a ridosso dell’apertura dell’anno scolastico, non sono riusciti a far fare le conferenze di servizi in tutta Italia nei tempi adeguati, hanno sbagliato sui banchi e sulle misure. A fine agosto, mettono la mascherina a tutti...».
Marta Viotto richiama alla prudenza: «Sappiamo che ci sono e ci sono stati diversi focolai e che, in alcuni casi, sono contagiati anche i soggetti più giovani - dice segretaria generale di Cgil Veneto per la scuola -. Le valutazioni del comitato scientifico, del resto, non devono essere prese come se fossero contro qualcuno. Se non ci sono le condizioni per rientrare in classe in piena sicurezza, la mascherina va accettata». Più critica la parigrado di Cisl, Sandra Biolo: «É un problema di tempi. Iniziare l’anno scolastico in questo modo è già un problema, ma se si tratta di misura in attesa di adeguare gli spazi e i tempi è un conto. Se, invece, pensiamo che i si debba restare in classe con la mascherina per tutto l’anno. Dobbiamo renderci contro del sacrifici che chiediamo a questi bambini».
Intanto, in regione, le varie Usl lavorano ai piani per lo screening del personale scolastico, che riguarderebbe (l’esame non sarà obbligatorio) circa 90 mila persone. Padova e Treviso, già martedì scorso, hanno presentato le rispettive campagne: test sierologici pianificati coi medici di base a partire dal 24 agosto, tampone entro 48 ore in caso di positività. «Abbiamo già distribuito i kit per i test rapidi ai medici di base», dice Antonio Compostella, dg dell’Usl 5 di Rovigo. Dalle altre aziende sanitarie lw conferme di piani definiti o in via di ultimazione, da presentare nei prossimi giorni.
Donazzan
Fino a luglio la distanza di un metro per il comitato era inderogabil e, ora improvvisa mente diventa derogabile