Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Zaia, primi manifesti «L’impegno continua» Post sulle mascherine Facebook lo censura

- Martina Zambon

Nessun annuncio fin qui, forse perché la ricandidat­ura verso il terzo trionfale mandato appariva scontata, ma da ieri uno Zaia a mezzobusto e braccia conserte su sfondo azzurro cielo ha cominciato a viaggiare sugli autobus di mezzo Veneto. Sono manifesti elettorali a dir poco iconici quelli scelti dal governator­e. Alle sue spalle il nome, «Zaia» a caratteri cubitali e un payoff monolitico «L’impegno continua.» con tanto di punto finale. Definitivo. Discrete, in alto la scritta con le date in cui si vota per le Regionali, il 20 e 21 settembre e, in basso, «zaia2020.it» una semplice pagina web con gli stessi contenuti dei manifesti e la possibilit­à di inviare una mail. Nulla di più. E, però, è la discesa in campo effettiva di quello che per tutti è l’uomo da battere. Ormai le liste sono chiuse, anche in casa Lega, visto che domani (o al massimo sabato) vanno depositate nei rispettivi tribunali provincial­i. Poi ci sarà il vaglio della Corte d’appello sulla congruità dei diversi parametri, dal numero delle firme (decurtato al 50% causa Covid) all’osservanza dell’alternanza di genere. Un passaggio che spesso porta a «sfoltire» il numero dei concorrent­i in gara. Sono dieci gli aspiranti candidati: Zaia con la lista omonima, Lega, Veneto Autonomo, FI e FdI; Arturo Lorenzoni sostenuto da Il Veneto che vogliamo, Pd, Verdi Europa, Più Europa e gli autonomist­i di sinistra Sanca Veneta (al netto di qualche civica iper local come ad esempio nel Bellunese); Daniela Sbrollini con Iv, Psi, Civica per il Veneto e Pri; Enrico Cappellett­i del M5s; Antonio Guadagnini con Il Partito dei Veneti; Patrizia Bartelle con Veneto Ecologia e Solidariet­à; Paolo Benvegnù con Solidariet­à

Ambiente Lavoro (che nasce da Partito Comunista e Rifondazio­ne Comunista) mentre nel campo di sinistra manca Potere al Popolo che corre solo in Emilia e Umbria. Poi ci sono Simonetta Rubinato (ex Pd) con Veneto Simonetta Rubinato per le Autonomie; Ivano Spano con Indipenden­za Noi Veneto e Paolo Girotto con Veneto per il Movimento 3V Libertà di Scelta (le 3 V stanno per «Vaccini vogliamo la verità»).

L’ultimo duello nel Carroccio si è consumato a Caorle con la scelta, si dice, di un militante «super partes», Gianfranco Gnan, segretario di Caorle chiamato a «sostituire» Gianluca Forcolin in lista Lega dopo lo scandalo Bonus. Anche se pare che a trarne vantaggio potrebbe essere il miranese (e uscente) Alberto Semenzato. Molto affollata la piazza trevigiana che «guadagna» Christian Schiavon al posto di Riccardo Barbisan ma corrono per vincere anche l’avvocato Roberto Bet, ex sindaco di San Fior, Stefano Busolin già Zaia boys da tempo in Ascotrade e il sindaco-filosofo di Montebellu­na, Marzio Favero. Molto contesa anche Verona dove FdI è agguerrita. Al posto di Montagnoli ci sarà Maurizio De Lorenzi per la Bassa ma in città dovrebbe correre anche il vicesindac­o Luca Zanotti, figura molto apprezzata anche al di fuori del partito e ben introdotta in città. A Vicenza in buona posizione Silvia Maino assessore al sociale mentre a Padova regna il tutti contro tutti. Pesano le candidatur­e di Roberto Marcato (qualcuno dice a scapito di Giuseppe Pan) e dell’ex commissari­o Filippo Lazzarin. Curiosità della giornata politica di ieri, il post di Luca Zaia cancellato da Facebook (con parziali scuse successive), un po’ come Trump. Di fatto, però, si trattava di una semplice infografic­a sull’efficacia nell’uso delle mascherine.

Le scadenze Domani il deposito in tribunale delle liste, poi il controllo della Corte d’Appello

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