Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dopo il Comune anche la Regione contro l’Agenzia per Venezia «Autonomia negata»

- Alberto Zorzi

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro era già andato giù pesante nei giorni scorsi: «E’ un tradimento, un carrozzone romano», aveva detto della nuova Autorità per la laguna di Venezia, nata con il decreto Agosto per gestire il Mose e non solo. Dalla Regione erano invece usciti solo mugugni, sintomatic­i di un disappunto che ieri è stato manifestat­o anche in via ufficiale. Non dal governator­e Luca Zaia, che sul punto resta silente, ma dal suo assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato, che ha anche la delega alla legge speciale di Venezia. «Ancora una volta il governo vara un decreto contrario all’Autonomia invocata dal Veneto, anzi è un chiaro attacco - accusa Marcato - Le competenze della nostra Regione non si toccano. Sarà necessario lavorare per ottenere una sostanzial­e revisione del provvedime­nto d’intesa con Città Metropolit­ana e Comune per evitare che il testo sia convertito in legge».

Dopo anni che se ne discuteva, il governo Conte ha finalmente dato vita a un ente che raggruppi in sé tutte le competenze sulla laguna, dighe mobili comprese. Ma contrariam­ente a quello che si aspettava il territorio, il timone sarà nelle mani dello Stato, che nominerà il presidente e 4 rappresent­anti di altrettant­i ministeri, mentre a completare il board di otto ci saranno solo tre esponenti degli enti locali. Il sottosegre­tario Andrea Martella ha spiegato che si tratta della prima volta in cui un’autorità del genere si apre al territorio, ricordando che la sede sarà a Venezia, ma non è bastato a convincere Ca’ Farsetti e Palazzo Balbi, quest’ultimo impegnato da lungo tempo nella trattativa sull’Autonomia. «Che non è solo l’obiettivo di una parte politica, ma un diritto sancito da un referendum che ha visto esprimersi oltre il 90 per cento dei veneti – continua l’assessore - Non possiamo accettare che la visione centralist­a e di Stato padrone della sinistra e del M5s passi senza colpo ferire. Con il pretesto della razionaliz­zazione delle risorse il governo espropria la Regione delle competenze che le erano state attribuite dalla normativa speciale per Venezia». Tanto che più di qualcuno già si immagina un conflitto di competenze alla Corte Costituzio­nale, ma solo quando il testo sarà convertito in via definitiva dal Parlamento. Per ora Marcato chiede che venga cambiato. «Dove sono i parlamenta­ri veneti del Pd e del M5S? – è la domanda finale - Dove i sottosegre­tari e il Ministro, che, mentre da una parte si confrontan­o da mesi sull’Autonomia, dall’altra consentono un vero e proprio esproprio amministra­tivo di questa portata?».

Martella, nei giorni scorsi, aveva spiegato di aver cambiato idea sulla sua ipotesi di dare i poteri alla Città metropolit­ana, divenuta un emendament­o approvato nel 2014 ma mai applicato, perché quell’ente è stato un fallimento. E ieri il consiglier­e delegato di Ca’ Corner Saverio Centenaro (Forza Italia) gli ha risposto per le rime. «Martella ora preferisce dare poteri e competenze a Roma e che a decidere sulle sorti di Venezia sia meglio un “comitato centrale” (il primo amore non si scorda mai) romano», ironizza Centenaro. Che poi snocciola i numeri di questi 5 anni dell’ente: 353 gare per 188 milioni di euro di cantieri, il voucher di 180 euro per stimolare i bambini di 6 anni a fare sport, 32 milioni di euro di investimen­ti sugli edifici e 57 sulle strade e 38 milioni ottenuti per vari progetti dal bando periferie: tutto questo azzerando il debito.

Il nuovo ente Il governo ha dato vita a un ente che accentra tutte le competenze, Mose compreso

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