Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Calamità naturali, in città arrivano le sirene mobili a 10 anni dall’alluvione
VICENZA Al posto di impianti fissi, elettronici e posizionati su monumenti cittadini si passa a sirene mobili, a funzionamento meccanico da montare sulle auto della polizia locale o della protezione civile. Il Comune cambia strada sulle sirene anti-alluvione. Per la verità, quelle che saranno acquistate non serviranno ad informare i vicentini solo di un rischio di esondazione dei fiumi cittadini ma anche, per esempio, nell’eventualità di altri eventi straordinari come un’evacuazione dovuta al brillamento di ordigni bellici. Il motivo per cui il Comune, nel 2020, decide di sostituire un impianto installato nel 2012 e che a dire il vero è stato messo in funzione ben poche volte è già chiaro nelle parole dell’assessore alla Protezione civile, Mattia Ierardi: «A suo tempo fu effettuata una spesa spropositata, totalmente illogica, per un sistema non pienamente efficace e con un costo di manutenzione molto alto visto che era posizionato su monumenti storici». Nei numeri, il confronto è ancora più impietoso: l’allora impianto di allarme anti-alluvione inaugurato due anni dopo l’alluvione del 2010 dall’assessore Pierangelo Cangini (Pd) consisteva in 14 sirene posizionate sui campanili di Araceli vecchia e San Pietro ed era costato 200 mila euro, finanziati dalla Fondazione Cariverona. Ora, alla scadenza di quel contratto, la Giunta ha optato per un sistema di 8 sirene mobili, di piccole dimensioni, a funzionamento meccanico, che costeranno in tutto 8.765 euro e che potranno essere utilizzate anche in altre occasioni: i nuovi sistemi si possono collegare all’accendisigari di un’auto e suonano con un’ampiezza a 360 gradi. «È questo il grande vantaggio – spiega Ierardi – ovvero la possibilità di posizionarle su un’auto e decidere dove farle risuonare. Inoltre la manutenzione è pressoché inesistente, perché basta un po’ d’olio per mantenerle intatte». Anche qui il confronto con il sistema precedente non regge: il preventivo di spesa per la manutenzione periodica del vecchio sistema giunto sui tavoli del Comune in queste settimane recita 20 mila euro annui di canone. «Non è il momento di spendere queste cifre» chiosa l’assessore.